Il
ministero della giustizia sta pensando di spostare il termine
per
l'emanazione dei decreti di modifica a fine anno
Riforma
delle professioni nel guado e verso il rinvio. Tra regolamenti e decreti ancora
tutti da emanare, se non addirittura da scrivere, infatti, il termine previsto
dalla legge 148/11 per riordinare gli ordinamenti professionali entro il 13
agosto 2012 sembra allontanarsi sempre più. Tanto che dall'ufficio legislativo
del ministero della giustizia si sta pensando concretamente di posticipare i
termini a fine anno. Del resto i tempi cominciano a essere davvero stretti
rispetto ai provvedimenti da mettere ancora in fila: il regolamento sulla
società tra i professionisti (che dovrà essere pronto entro il 12 maggio) la
cui bozza, secondo alcune indiscrezioni, è stata inviata dal ministero della
giustizia a quello dello sviluppo economico per il parere di concerto; il
decreto ministeriale che dovrà stabilire i parametri giudiziali sulle tariffe,
e tutte le altre novità previste (formazione, tirocinio, organi di disciplina e
pubblicità). Anche se resta il dubbio su come gli ordini dovranno modificare
gli ordinamenti professionali, appunto, entro il 13 agosto 2012. Sotto
l'attenzione di tutti ci sono, comunque, per ora, soprattutto le tariffe e in
particolare, per l' assenza di esse, i problemi sorti nelle gare per
l'affidamento dei servizi di ingegneria e architettura che, un tavolo tecnico
con l'Autorità di vigilanza sui lavori pubblici di recente istituzione sta
cercando di risolvere. Su un punto comunque c'è assoluta certezza da parte
dell'ufficio legislativo del ministero: prima di mettere nero su bianco
qualsiasi dpr, sarà indispensabile emanare il decreto ministeriale per fissare
i parametri per orientare la liquidazione del professionista in caso di ricorso
all'autorità giudiziaria. Una volta fissati questi principi si potranno, poi,
stabilire i confini del dpr. Che, anche in questo caso, sarà messo a punto con
la concertazione tra gli stessi ordini, rappresentati dal Cup e dal Pat, e
l'ufficio legislativo. Quest'ultimo proprio per accelerare i tempi, sempre
secondo alcune indiscrezioni, ha optato per una suddivisione dei compiti,
delegando a tre diversi soggetti le diverse aree in cui sono rappresentati
ordini e collegi. Insomma la riforma delle professioni è a tutti gli effetti a
metà del guado, in parte approvata e cogente, in parte ancora da approvare. Una
situazione di incertezza normativa denunciata a gran voce da tutti i
rappresentati agli ordini. Primi fra tutti gli architetti che, proprio nella
giornata di ieri, hanno lanciato un appello al governo esortandolo ad approvare
«urgentemente il dpr di riforma». Questa empasse normativa ha infatti
denunciato il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti
e conservatori rappresenta un danno per tutti architetti italiani, «già
duramente colpiti dalla crisi, che da luglio 2011, come gli altri
professionisti, non hanno più certezze sulle regole che riguardano lo
svolgimento quotidiano della loro professione».
(Da Mondoprofessionisti del 26.4.2012)