venerdì 27 aprile 2012

Una boccata di ossigeno per gli Ordini


Il ministero della giustizia sta pensando di spostare il termine
per l'emanazione dei decreti di modifica a fine anno

Riforma delle professioni nel guado e verso il rinvio. Tra regolamenti e decreti ancora tutti da emanare, se non addirittura da scrivere, infatti, il termine previsto dalla legge 148/11 per riordinare gli ordinamenti professionali entro il 13 agosto 2012 sembra allontanarsi sempre più. Tanto che dall'ufficio legislativo del ministero della giustizia si sta pensando concretamente di posticipare i termini a fine anno. Del resto i tempi cominciano a essere davvero stretti rispetto ai provvedimenti da mettere ancora in fila: il regolamento sulla società tra i professionisti (che dovrà essere pronto entro il 12 maggio) la cui bozza, secondo alcune indiscrezioni, è stata inviata dal ministero della giustizia a quello dello sviluppo economico per il parere di concerto; il decreto ministeriale che dovrà stabilire i parametri giudiziali sulle tariffe, e tutte le altre novità previste (formazione, tirocinio, organi di disciplina e pubblicità). Anche se resta il dubbio su come gli ordini dovranno modificare gli ordinamenti professionali, appunto, entro il 13 agosto 2012. Sotto l'attenzione di tutti ci sono, comunque, per ora, soprattutto le tariffe e in particolare, per l' assenza di esse, i problemi sorti nelle gare per l'affidamento dei servizi di ingegneria e architettura che, un tavolo tecnico con l'Autorità di vigilanza sui lavori pubblici di recente istituzione sta cercando di risolvere. Su un punto comunque c'è assoluta certezza da parte dell'ufficio legislativo del ministero: prima di mettere nero su bianco qualsiasi dpr, sarà indispensabile emanare il decreto ministeriale per fissare i parametri per orientare la liquidazione del professionista in caso di ricorso all'autorità giudiziaria. Una volta fissati questi principi si potranno, poi, stabilire i confini del dpr. Che, anche in questo caso, sarà messo a punto con la concertazione tra gli stessi ordini, rappresentati dal Cup e dal Pat, e l'ufficio legislativo. Quest'ultimo proprio per accelerare i tempi, sempre secondo alcune indiscrezioni, ha optato per una suddivisione dei compiti, delegando a tre diversi soggetti le diverse aree in cui sono rappresentati ordini e collegi. Insomma la riforma delle professioni è a tutti gli effetti a metà del guado, in parte approvata e cogente, in parte ancora da approvare. Una situazione di incertezza normativa denunciata a gran voce da tutti i rappresentati agli ordini. Primi fra tutti gli architetti che, proprio nella giornata di ieri, hanno lanciato un appello al governo esortandolo ad approvare «urgentemente il dpr di riforma». Questa empasse normativa ha infatti denunciato il Consiglio nazionale degli architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori rappresenta un danno per tutti architetti italiani, «già duramente colpiti dalla crisi, che da luglio 2011, come gli altri professionisti, non hanno più certezze sulle regole che riguardano lo svolgimento quotidiano della loro professione».

(Da Mondoprofessionisti del 26.4.2012)