martedì 21 gennaio 2014

Mille gazebi forensi

Da Napoli riparte parte la mobilitazione nazionale
per spiegare alla gente come la Giustizia in Italia
non sia una priorità della classe politica

Non si placa la polemica dopo l'ennesimo schiaffo del ministro della Giustizia, Maria Grazia Cancellieri, al mondo forense. “Non siamo noi che siamo inamovibili, è la politica che non vuole, dico non vuole, ascoltare la voce degli avvocati e dei cittadini che lamentano una Giustizia diventata peggio di un percorso ad ostacoli”. Lo dice il Presidente dell’ordine degli avvocati di Napoli Francesco Caia reduce dagli stati generali della professione convocati a Napoli dove è stata decisa una “road map di proteste che inizierà con un’astensione dal lavoro di tre giorni a cavallo del 20 febbraio”. Caia annuncia: “ci saranno gazebi in tutta Italia, compreso all’esterno di Camera e Senato, dove non saranno raccolte firme ma si spiegherà alla gente come la Giustizia in Italia non sia una priorità della classe politica. Successivamente si sta mettendo in piedi una grande giornata di mobilitazione nazionale a Roma”. Gli avvocati infatti chiedono “una riforma seria, concreta, fatta di investimenti perché chi vive una causa giudiziaria entra in un vero e proprio girone dell’inferno dantesco”. “Fino adesso – ha spiegato il Presidente degli avvocati di Napoli - tutte le nostre proposte sono rimaste inascoltate”. Ma se avesse davanti il Ministro della Giustizia cosa chiederebbe? Francesco Caia risponde così: “Mi risulta difficile pensare di parlare con il Guardasigilli visto che non ci ha voluti ascoltare, ma al di là di questo io penso che le responsabilità di una Giustizia in ginocchio non sia da ascrivere solo al ministro, ma a tutta la classe politica che non vuole una riforma seria e concreta, preferirebbe il solito pacchetto di norme di facciata. La classe politica è affaccendata in altro mentre il cittadino ogni giorno si confronta con una Giustizia lenta e inadeguata per un Paese che vuole definirsi civile”. A Caia fa eco un altro napoletano. Una figura storica delle lotte dell’Avvocatura, Maurizio de Tilla, presidente dell’Anai, l’associazione nazionale avvocati.” Il legislatore ha perso lucidità giuridica – dice de Tilla - e servono nuove idee per dare slancio al sistema giustizia”. Per migliorare queste situazioni, Anai ha fatto alcune proposte: diminuire drasticamente il contributo unificato; riformare in modo radicale il processo tributario per tutelare con maggiore incisività il contribuente sganciando strutture, personale e giudici dall’influenza dell’amministrazione finanziaria; estendere il numero chiuso a tutte le università e, in particolare, alle facoltà di giurisprudenza per calibrare gli iscritti anche in relazione agli sbocchi lavorativi.  Dimissioni del ministro alla Giustizia, Cancellieri e di tutti i deputati-avvocati o, invito, a questi ultimi, di cancellarsi dai rispettivi albi. È la provocazione lanciata, nero su bianco, dal presidente dell’ordine forense di Santa Maria Capua Vetere, Alessandro Diana, all’indomani del caos giudiziario e dello smembramento degli uffici in provincia di Caserta dove lo scorso settembre è nato un secondo Tribunale, quello di Napoli Nord, ubicato ad Aversa. “Il Sig. Ministro di Giustizia – attacca Diana - che emargina ed evita il dovuto e rispettoso confronto con l’Avvocatura,deve dimettersi. I poteri forti, Signor Ministro, le cd. “lobby” sono le banche,le assicurazioni, i grandi gruppi economici, e non gli Avvocati, Ministro carissimo! E allora, i burocrati stiano a loro posto e facciano semplicemente i burocrati senza invadere sfere di competenza ben più alte delle loro ma senza assumerne, poi, le conseguenti responsabilità; ed i politici, e finalmente, facciano “la politica”, si riapproprino, cioè, delle nobilissime prerogative loro conferite dalla sovranità popolare! Cari Avvocati – aggiunge Diana - “imprestati” alla Politica, noi Vi chiediamo il rendiconto del Vostro mandato al servizio della comunità nazionale con particolare riguardo alla Vostra attività per la Giustizia (analisi, proposte, interventi. Signori Deputati e Senatori, forse non ricordate più di essere, o di essere stati, Avvocati e la valenza del ministero dell’Avvocato, infungibile per la più corretta amministrazione della Giustizia. Se lo avete dimenticato, noi Vi esortiamo –conclude il presidente dell’ordine forense di Santa Maria Capua Vetere - a dimettervi, come dovrebbe fare, quanto prima, il Signor Ministro, oppure abbiate uno scatto di orgoglio e di dignità chiedendo la cancellazione dagli Albi Professionali per difetto delle condizioni e dei presupposti che ispirano la deontologia forense”.

Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti del 20.1.2014)