lunedì 27 gennaio 2014

ANNO GIUDIZIARIO SENZA AVVOCATI

Nei distretti di Corte d'appello con il suo silenzio
il mondo forense ha fatto sentire la sua voce di dissenso

Sette giorni dopo la protesta contro i provvedimenti del governo Letta e del suo ministro Cancellieri che non ha partecipato alla VII Conferenza dell’Avvocatura il mondo forense è sceso ancona in campo per manifestare la sua decisa opposizione alle ultime riforme, che violano i diritti di difesa dei cittadini ed ostacolano il loro accesso alla Giustizia. L’Organismo unitario dell’avvocatura (Oua) ha organizzato infatti, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario, una serie di mobilitazioni ed i rappresentanti dell’avvocatura hanno letto un documento di protesta ed hanno poi abbandonato l’aula. Le iniziative di protesta degli avvocati proseguiranno nei prossimi giorni con assemblee a livello locale e culmineranno il 18-20 febbraio con l’astensione dalle udienze e con una manifestazione nazionale a Roma il 20. «Al ministro Cancellieri oggi (ieri ndr.) ho ribadito, vista l’assenza di elementi nuovi e di gesti concreti, la mia indisponibilità a incontrarla il prossimo 28 gennaio e confermato l’astensione dalle udienze il 18-20 febbraio», ha affermato il presidente dell’Oua, Nicola Marino. A Cagliari, dove è intervenuta il ministro Cancellieri, alla fine dell’intervento Marino è uscito dalla sala per testimoniare il disagio della categoria. Le richieste degli avvocati sono numerose, ma soprattutto si battono contro la riduzione dei compensi per il gratuito patrocinio, che di fatto nega ai più poveri il diritto di essere difesi, essendo ormai economicamente insostenibile per un avvocato assumere la loro difesa; contro l’aumento del costo delle marche da bollo; si dichiarano ancora contrari alla norma che impone alla parte soccombente il pagamento di un osceno balzello per vedersi riconosciuto il proprio diritto di conoscere le motivazioni della sentenza di primo grado e contro la responsabilità in solido dell’avvocato con il cliente, per lite temeraria.   Capofila della protesta ancora una volta Napoli con le mani legate e con una fascia tricolore con la scritta "in difesa dei diritti". Gli avvocati hanno iniziato la loro protesta prima della relazione del presidente della corte d'Appello, Antonio Buonajuto. A Roma il presidente dell’ordine, Mauro Vaglio, indossando sulla toga una fascia tricolore con la scritta “a difesa della democrazia” ha letto un documento sottoscritto da tutti gli ordini d’Italia. “Protestiamo contro le difficoltà di accesso alla giustizia sempre più onerosa ed all’appannaggio dei più ricchi”. Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lecce, ida parte sua, ha deliberato di non partecipare, per le note ragioni di protesta, alla cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario, invitando tutti gli avvocati del distretto a fare altrettanto.“ Gli avvocati abruzzesi, invece, hanno abbandonato per protesta la cerimonia d'inaugurazione dell'anno giudiziario, all'Aquila, denunciando «la condizione in cui versa la giustizia». Analogo il comportamento degli avvocati di Potenza. Proteste anche degli avvocati calabresi: a Catanzaro hanno abbandonato la cerimonia; a Reggio Calabria sono invece rimasti in aula. Nel capoluogo siciliano gli avvocati hanno contestato l’operato del ministro del Guardasigilli. «Il ministro Cancellieri se ne vada. Ha dimostrato di essere inadeguata al compito», ha detto Francesco Greco, presidente dell’Ordine degli avvocati di Palermo. E a Cagliari, all’inaugurazione era presente il ministro Cancellieri, gli avvocati penalisti non sono intervenuti alla cerimonia nell’aula magna del palazzo di giustizia. Sit-in di protesta davanti al Palazzo di Giustizia con i manifestanti che hanno consegnato volantini di protesta sulla situazione della giustizia in Italia. E proprio a Cagliari sono intervenuti i vertici dell’avvocatura.  Il primo a parlare è stato il consigliere segretario del Consiglio Nazionale Forense, Andrea Mascherin. “Non possiamo non denunciare – ha esordito - come sia in atto anche nel nostro Paese una sfida culturale che rischia d’essere senza ritorno. Da una parte la banca mondiale degli investimenti, le multinazionali, gli speculatori finanziari, gli adoratori del mercato e della concorrenza selvaggia nel nome di un sistema, anche sociale, che tutto deve sacrificare all’economia; sistema nel quale la giustizia è un bene di lusso che paga un super bollo. Dall’altra chi crede, come gli Avvocati, che la solidarietà e la giustizia non siano valori da sacrificare al mercato. “L’Avvocatura ha certamente il diritto di protestare e ha il diritto di sentirsi tradita dal ministro, dal suo ministro, se questi diserta gli incontri con la stessa, se non l’ascolta e pare preferire ascoltare tecnocrati, burocrati, economisti, creatori di valori consumisti e non di valori solidali”, ha sottolineato Mascherin. Che nel contempo ha richiamato l’attenzione sull’ “impegno responsabile, costruttivo, propositivo” degli avvocati. “L’Avvocatura italiana, all’ultima conferenza tenutasi a Napoli, ha messo sul tappeto progetti concreti, articolati in ogni aspetto, pronti a svolgere la propria efficacia da domani, se adottati dal Parlamento e dall’Esecutivo”, ha ricordato Mascherin. Per un processo civile snello e garantito, affidato a percorsi professionali e competenti: la negoziazione assistita, disegno di legge già giacente alle Camere, che consentirebbe, con l’accordo delle parti e con l’ausilio degli avvocati, di semplificare la conclusione degli accordi e di prevenire le liti; e la translatio judicii, che consentirebbe, previa istanza congiunta delle parti, di trasferire i procedimenti giudiziali alle camere arbitrali istituite presso gli Ordini e previste dalla riforma professionale”.  Duro l’intervento della segretaria dell’Anf, Ester Perifano: "Il suo Governo, come quelli che lo hanno preceduto – ha detto la Perifano rivolgendosi al ministro - ha scelto la linea di comprimere il diritto di difesa , costituzionalmente garantito, peraltro non assumendosene la responsabilità politica, ma adottando misure che sembrano occuparsi d'altro, ma che in realtà colpiscono al cuore la nostra civiltà giuridica. ad esempio triplicando in pochi mesi i costi per accedere alla giurisdizione, favorendo norme processuali oggettivamente odiose, allontanando fisicamente i cittadini dai tradizionali luoghi di amministrazione della giustizia, riducendo talmente i compensi per il patrocinio a spese dello Stato da lasciar intendere che ormai la giustizia è solo per i ricchi. Anziché demonizzare una componente essenziale come l'Avvocatura – ha continuato Perifano - è giunta l'ora di sceglierla come interlocutrice privilegiata, uscendo dal grigiore delle stanze di via Arenula per confrontarsi direttamente sul territorio, dove il disagio e le difficoltà dei cittadini si stanno pericolosamente saldando con la rabbia e il senso di impotenza che si diffonde a macchia d'olio tra gli avvocati. Gli avvocati sono pronti a contribuire alla soluzione dei problemi, ma hanno diritto ad una interlocuzione effettiva e non solo di facciata. Il Ministro , però, faccia la sua parte. Ad esempio pubblicando subito il DM per la modifica dei parametri. E ci faccia conoscere al più presto le sue idee sui 15 regolamenti ministeriali che la riforma forense gli affida. Ad oggi, non è riuscito a vararne nemmeno uno”.

Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti del 27.1.2014)