venerdì 17 gennaio 2014

Di fuoco la conferenza dell’Avvocatura

La contestazione dell'avvocatura di base
inaugura l'ottava conferenza dell'Avvocatura
Il sottosegretario Ferri accolto da fischi e urla

Urla da stadio, contestazioni violente alla direzione dell’Oua. L’assise degli avvocati inizia con un gruppo di avvocati che forzano l’ingresso della sala di palazzo Capuano. A nulla è valso l’invito alla calma del vicepresidente dell’Oua, Filippo Manciante.  Una cinquantina di esagitati ha continuato a vociferare.  Il primo ad essere fischiato è stato il sindaco, Luigi de Magistris, che quando ha rivendicato la sua figura di giurista, ha raccolto una serie di urli di disaccordo. Bordate di fischi hanno accolto anche l’intervento del presidente dell’ordine degli avvocati di Napoli, Francesco Caia. Fischi che si sono trasformati in applausi quando Caia ha attaccato il  ministro Severino per il suo comportamento anti avvocati lo scorso anno. Grida di “fuori fuori”, hanno accolto il sottosegretario alla Giustizia, Cosimo Ferri, impedendogli di parlare. Ha preso poi la parola il presidente dell’Oua, Nicola Marino. “La liberalizzazione selvaggia delle professioni intellettuali – ha detto Marino -  accompagnata da una grave perdita di prestigio dell’Avvocatura registrata presso i cittadini, ha segnato indelebilmente una certa sfiducia nel ceto forense, determinata anche dalla lentezza della Giustizia Italiana, sia per quanto attiene quella penale che per quella civile.  Per i tempi di quest’ultima è da escludere che il prolungarsi del giudizio sia addebitabile all’avvocato, essendo pura fantasia la storia che l’onorario aumenti con il protrarsi della causa: è vero il contrario, soltanto con la conclusione della vertenza l’avvocato riesce ad ottenere il compenso per l’attività professionale, e non sempre!  Non è facile offrire una ricetta che sia orientata quale vademecum teso alla risoluzione delle annose questioni che stritolano l'amministrazione della giustizia. E mentre tutto tende a realizzare correttivi adeguati ha aggiunto il presidente dell’Oua - troppo spesso, per incapacità ed incultura, non ci si rende conto di alimentare una giustizia che viene percepita dai cittadini come profondamente ingiusta. Un'avvocatura in cui tutte le associazioni siano una risorsa in un percorso che, attraverso il ruolo centrale dell'Oua, esprima una posizione unica. Per troppi anni – ha concluso Marino - hanno parcellizzato le nostre istanze rendendole meno forti.  È arrivato il momento di parlare attraverso una voce sola. Abbandoniamo le logiche divisive ed intraprendiamo una battaglia che non sia, finalmente, di retroguardia, ma che ci ponga al centro del dibattito culturale e sociale del paese. Tutto questo, per affermare e rivendicare che le riforme vanno fatte parlando con la gente, vivendo i territori e non restando colpevolmente seduti dietro scrivanie di cui non si conosce il valore, perché non guadagnate col sacrificio. Diamo voce alla gente che soffre, al Paese che soffre! Ed anche se tutto, in questi ultimi anni sembra sfiorire ed appassire, io continuo a coltivare una speranza ed ad inseguire un sogno. Continuo ad immaginare che possa esistere una risposta positiva rispetto alla legittima domanda:" Quale giustizia senza diritti?" La mia risposta è semplice e breve:"La giustizia è diritto e sino a quando ci sarà un uomo, un cittadino, un avvocato pronto a battersi per la tutela di un altrui diritto, avremo la certezza di vivere in un tempo in cui lo Stato non è ordine, ma società".

Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti del 16.1.2014)