martedì 22 marzo 2011

Si conclude oggi l’astensione degli avvocati, ma la protesta continua


 “Io speriamo che me la cavo”.  Titolava così un libro di qualche anno dato dalla frase con cui un alunno, il più scalmanato di tutti, concludeva il suo tema sulla parabola preferita di Gesù ossia l'Apocalisse, ribattezzata da quello studente con la locuzione "la fine del mondo". E la stessa cosa  deve aver pensato della mediaconciliazione il vicepresidente del Csm, Michele Vietti in occasione di un incontro con la stampa a Bruxelles.  'Speriamo che funzioni' e che 'produca gli effetti annunciati', ha detto Vietti riferendosi all'introduzione della mediazione civile obbligatoria nell'ordinamento giuridico. Il vicepresidente del Csm ha però richiamato un precedente che suscita qualche preoccupazione. Nell'ambito della cause di lavoro, questo istituto 'è diventato un aggravio', ha ricordato Vietti. E questo perché la conciliazione è una pratica obbligatoria spesso non presa sul serio dalle parti, con il risultato che si sono ulteriormente allungati i tempi per arrivare alla discussione della causa in tribunale. “Ma non bisogna cedere al pessimismo - ha detto ancora Vietti - bisogna mantenere un approccio pragmatico e vedere che cosa succede.  Non bisogna né alimentare entusiasmi eccessivi né cedere al 'pessimismo' anche se l'esperienza maturata con l'introduzione della conciliazione obbligatoria nel campo delle cause di lavoro non depone a favore di una riduzione radicale delle pendenze”.  Quello che sostiene appunto tutta l’avvocatura che si è astenuta dal 16 al 22 marzo e che continuerà questa battaglia nelle prossime settimane. Non solo: non è, inoltre, vero che gli avvocati hanno chiesto il rinvio ad un anno della media-conciliazione per attuarla così com’è. Lo slittamento è stato chiesto per modificare il decreto legislativo n. 28/2010 che va, infatti, revisionato in almeno sei punti: obbligatorietà, difesa del legale, proposta unilaterale del mediatore, competenza territoriale, ricaduta sul successivo giudizio, annullamento del mandato per mancata o incompleta informativa. In questo senso sono stati predisposti e calendarizzati due ddl al Senato ( Benedetti Valentini e Della Monica) che testimoniano l’impegno bipartisan dei partiti di maggioranza e opposizione a favore delle nostre osservazioni e che raccolgono le proposte emerse dalle proteste di questi giorni. “ La realtà – sostiene il presidente dell’Oua, Maurizio de Tilla - è che il Ministro vuole ignorare che l’impianto della mediaconciliazione è, nel suo complesso, incostituzionale) per le ragioni che il Ministro – spinto dai suoi collaboratori ministeriali – vuole ignorare. Invitiamo il Ministro – invece che recarsi dai commercialisti a promettere occasioni di lavoro – a intervenire alla prossima manifestazione pubblica promossa da oua, Ordini e Associazioni forensi per ascoltare le istanze dagli avvocati che intende eludere scegliendosi interlocutori per lui più comodi”. Nella prossima assemblea del 25 marzo l’Oua valuterà la possibilità di indire altre giornate di astensione e ulteriori manifestazioni pubbliche.

Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti del 22.3.2011)