martedì 1 marzo 2011

Gli avvocati contro la conciliazione: sarebbe una tassa in più

In vista della manifestazione del 16 marzo l’Avvocatura scalda i motori

È ormai guerra senza quartiere tra gli avvocati e i fautori della mediazione civile.
Dopo aver indetto (dal 16 al 22 marzo) lo sciopero più lungo dai tempi delle liberalizzazioni di Bersani, gli avvocati tornano all'attacco di un provvedimento che proprio non vogliono accettare. 
E alla vigilia dell'incontro con l'Associazione nazionale magistrati prevista per domani, è il presidente dell'Organismo unitario dell'Avvocatura, Maurizio De Tilla, a tornare sull'allarme, già più volte lanciato dall'Oua, sui problemi legati all'arretrato giudiziario civile e alla media conciliazione obbligatoria. 
Sulla questione della media conciliazione obbligatoria, De Tilla ribadisce: 'non funziona' e rimanda a un manifesto in 6 punti diffuso dall'Oua che illustra le ragioni dell'opposizione, sottolineando innanzitutto 'l'aumento degli oneri e la lievitazione dei costi, tutti a carico del cittadino'.  La media conciliazione 'costituirà' un ulteriore strumento dilatorio per la parte inadempiente che non ha alcuna volontà di conciliare la lite' e ancora 'appare, sul piano sistematico, in totale disarmonia con aspetti processuali e tecnici con l'effetto perverso di un probabile corto circuito per innumerevoli domande'. Ultimo punto, 'prevede la nullità di una proposta di conciliazione che può avere ricadute pregiudizievoli nel giudizio di merito anche per chi non intende far ricorso alle procedure stragiudiziali di mediaconciliazione'.

(Da Mondoprofessionisti dell’1.3.2011)