venerdì 26 novembre 2010

Al Congresso di Genova avvocati romani col lutto al braccio in segno di protesta

Il lutto al braccio per protestare contro l'annunciata morte della Giustizia ed, in particolare, di quella civile. Un'iniziativa della maggioranza dei delegati dell'Ordine degli Avvocati capitolino, che oggi presenzierà a Genova al 30° Congresso Nazionale Forense che vedrà la partecipazione di oltre mille professionisti provenienti da tutto il Paese. Antonino Galletti, presidente di Azione Legale, ha così commentato l'iniziativa di protesta: "Abbiamo inteso segnalare in modo anche pittoresco ai cittadini i rischi che stanno correndo, poiché con le riforme di prossima vigenza ed, in particolare, con l'entrata in vigore da marzo del tentativo obbligatorio di conciliazione in materia civile, di fatto si e' abdicato al sistema di giustizia statuale in favore della giustizia amministrata da privati a spese dei cittadini; il tutto, peraltro, in modo illogico ed irrazionale visto che mentre entrerà in vigore la preventiva conciliazione obbligatoria per tutte le cause civili, il c.d. collegato lavoro ha appena eliminato il tentativo obbligatorio di conciliazione in materia di lavoro che ha dimostrato negli anni la propria inefficacia". Anche le istituzioni forensi ed in particolare il Consiglio Nazionale Forense, continua Galletti "purtroppo con iniziative avversate dalla base dell'avvocatura italiana non hanno certo semplificato la vita del cittadino e dei professionisti con l'introduzione, per esempio, dal 24 settembre del titolo di avvocato specialista che taglia fuori i giovani e pretende di imporre e disciplinare nel dettaglio le c.d. specializzazioni, già ampiamente diffuse nella prassi, con un procedimento contorto e criticabile; il tutto, con nuovi oneri a carico dei professionisti nell'attuale momento di crisi che inevitabilmente saranno poi da questi addebitati ai cittadini". Galletti conclude che e' necessario "un rinnovato impegno delle forze migliori dell'avvocatura, al fianco dei cittadini, per imporre scelte condivise ed evitare il prodursi di danni maggiori di quelli che si vorrebbero evitare".

(Da Mondoprofessionisti del 25.11.2010)