domenica 3 novembre 2013

Coltivare cannabis è reato anche senza principio attivo

Cass. Pen., sez. IV, n. 31348 del 18.6.2013


Costituisce condotta penalmente rilevante la coltivazione non autorizzata di qualsiasi tipo di pianta dalle quali sono estraibili sostanze stupefacenti, e, nel quadro di un' anticipazione della tutela penale, rientra in questa fattispecie anche la detenzione di coltivazioni di semi di Marijuana ancorchè allo stato embrionale e privi, quindi, di principio attivo. Questo anche nel caso in cui, il frutto della raccolta sia destinato ad esclusivo uso personale ex art. 75 DPR 309/1990.

Secondo queste motivazioni si è infatti pronunciata la Cassazione nella sentenza in esame, rigettando ricorso dell'imputato, sorpreso nella coltivazione domestica di semi di canapa indiana.

La difesa aveva infatti adottato la tesi secondo cui i semi messi a dimora, considerato il prematuro stadio evolutivo, non potessero essere considerati offensivi poichè del tutto privi di principio attivo, lamentando anche il mancato esperimento di rilievi tecnici sui reperti sequestrati, volti a dimostrare quanto sostenuto. L'imputato si dichiarava inoltre tossicodipendente, nella fattispecie assuntore di cannabis, dedito alla coltivazione per esclusivo uso personale.

Considerato però anche il rilevante numero di piante rinvenute ed attrezzatura per la successiva lavorazione, per la Corte non vi sono dubbi in ordine ad una vera e propria attività continuativa di coltivazione, accertata anche dalla Polizia Giudiziaria.

Inoltre, la successiva detenzione del coltivato per l'uso personale, non può certo escludere il reato di cui all'art. 73 DPR 309/1990 già commesso.


Lorenzo Giovarelli (da studiocataldi.it)