lunedì 30 luglio 2012

Con la riforma delle professioni sviluppo a rischio


Il Segretario ANF Ester Perifano

Dall'Anf appello all'Antitrust contro il provvedimento di via Arenula

La riforma delle professioni introdurrebbe modifiche distorsive della concorrenza: lo sostiene l'Associazione nazionale forense, il cui segretario, Ester Perifano, incontra il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato, Giovanni Pitruzzella.
"Il ministro della Giustizia - dice Perifano - modifichi il Decreto sulla riforma delle professioni, rispettando effettivamente la ratio dell'articolo 3 del decreto Salva Italia, e l'Antitrust faccia uso dei suoi incisivi poteri che gli consentono di esprimere un formale e autorevole parere sugli atti amministrativi che determinano distorsioni della concorrenza. E si eviti di continuare con questa abnorme confusione tra decreti e disegni di legge sul tema della riforma delle professioni".
La parola al Parlamento - Secondo l'Anf sarebbe più opportuno che la riforma forense fosse prerogativa unicamente del Parlamento, "ma, vista la situazione - si legge in un documento dell'Anf - diventa a questo punto di fondamentale importanza che il Dpr eviti quei pasticci che sembrano purtroppo profilarsi".
Argini precisi - Secondo l'Anf ci sono precisi argini entro cui il decreto di riforma deve muoversi "e vanno corretti diversi aspetti - precisa il segretario - per rispettare integralmente la ratio della legge delega, che è quella di favorire lo sviluppo delle attività professionali e non introdurre ostacoli che, invece, le frenerebbero". A giudizio dell'Anf, per esempio, "imporre scuole forensi obbligatorie e costose durante il tirocinio, si concretizza in un ostacolo obbiettivo per l'ingresso delle giovani generazioni; analogamente una formazione continua permanente, non effettiva e non efficace rappresenta un ingiustificato appesantimento, anche economico, dell'esercizio professionale". Altro nodo da sciogliere è quello relativo alla riforma del procedimento disciplinare.
Procedimento disciplinare - "Una materia - dice Perifano - che è tutta da rifare: non è, infatti, ipotizzabile, tra la altre cose, un sistema che attui il principio della terzietà dell'organo disciplinare solo per alcune delle professioni regolamentate, ad esempio i dottori commercialisti, lasciando che altre categorie (come avvocati, architetti ed ingegneri) rimangano ferme agli anni '30". L'Anf invoca quindi l'intervento dell'Antitrust che "grazie ai nuovi e più incisivi poteri dei quali recenti normative l'hanno dotata - conclude Perifano - , dovrà formalmente intervenire: non è solo l'abrogazione delle tariffe, tema assai caro all'Autorità, che dovrebbe far decollare, ne dubitiamo, le attività professionali, ma invece occorre ben altro. L'autorità lo sa bene e, dunque, faccia la sua parte".

(Da Mondoprofessionisti del 30.7.2012)