venerdì 7 febbraio 2014

Gioca col computer aziendale? Sì al licenziamento

Cass. Civ., sez. lavoro, sent. 7.11.2013 n° 25069

Passare intere giornate lavorative a giocare con il computer aziendale in dotazione anziché eseguire diligentemente la propria prestazione lavorativa può costare al lavoratore dipendente il licenziamento per giustificato motivo soggettivo.

E’ quello che si legge tra le righe della sentenza 7 novembre 2013, n. 25069 che la Sezione Lavoro della Corte di Cassazione ha emesso in accoglimento delle ragioni di una società che aveva irrogato il licenziamento ad un suo dipendente sorpreso a giocare per ore in ufficio ma che si era vista respingere le proprie doglianze in grado d’appello, ove la Corte territoriale competente aveva dichiarato nullo il licenziamento perché fondato su una contestazione del tutto generica e tale da non consentire al lavoratore una puntuale difesa.

Di contraria opinione la Suprema Corte. L’addebito mosso al lavoratore, supportato peraltro da un accertamento tecnico contenente l’indicazione del numero delle partite da egli giocate con il computer aziendale, non può essere ritenuto logicamente generico per il solo fatto che in esso il datore di lavoro abbia omesso la precisa indicazione delle singole partite disputate, ma soprattutto quest’ultima indicazione non può essere considerata essenziale ai fini dell’approntamento di una puntuale difesa da parte del lavoratore giacché la generica contestazione di utilizzare in continuazione, e non in episodi specifici isolati, il computer aziendale è per sé sola sufficiente a consentire la formulazione di un’accurata difesa.

Per questa ragione il Supremo Giudice del Lavoro ha cassato la sentenza impugnata e rinviato alla Corte d’appello territorialmente competente in diversa composizione affinché provveda ad una diversa decisione “non considerando generica la lettera di contestazione da cui poi è conseguito il licenziamento per cui è causa …”.


(Da Altalex del 2.1.2014. Nota di Maria Spataro)