lunedì 1 luglio 2013

Scontro finale su riassetto tribunali e distretti

Cancellieri incontrerà il Consiglio forense
per trovare un'intesa.
Intanto domani la Consulta
inizierà l'esame delle ordinanze di illegittimità

La protesta degli avvocati napoletani che la scorsa settimana hanno interrotto il’intervento del Guardasigilli nel corso di un convegno sulla Mafia e il lungo incontro con i vertici del tribunale e dell’avvocatura Milanese hanno avuto un effetto positivo: il ministro della giustizia incontrerà a breve i componenti del Consiglio nazionale forense nel tentativo ''di trovare un punto di intesa'' sul riassetto di tribunali e distretti giudiziari. Lo ha annunciato la stessa Anna Maria Cancellieri a margine di un incontro al Palazzo di giustizia di Milano. ''Tra qualche giorno - ha detto - abbiamo un incontro con il Consiglio forense. Vediamo di trovare un punto di intesa perché la giustizia non passa soltanto attraverso le leggi ma anche attraverso l'avvocatura''. Quanto alla contestazione da parte degli avvocati partenopei, la Cancellieri ha parlato di ''qualche problema di comprensione'' con l'avvocatura. E ha precisato che, dopo Napoli, ''anche a Milano questa mattina mi hanno portato delle osservazioni''. Martedì 2 luglio 2013 davanti alla Corte costituzionale verranno trattati 8 dei 22 giudizi di legittimità costituzionale della recente revisione delle circoscrizioni giudiziarie. Intanto domani la Corte costituzionale inizierà l’esame delle ordinanze rese da altrettanti giudici di merito che hanno sollevato le questioni all'esame della Corte e per numerose ragioni. L'ottavo giudizio è stato invece avviato dalla Regione Friuli Venezia Giulia. Il successivo 3 luglio verrà poi trattato un ulteriore giudizio sul medesimo oggetto al quale parteciperanno oltre che il Coordinamento anche l'Unione degli Ordini Forensi della Sicilia e l'Ordine degli Avvocati di Nicosia. L'auspicio del Coordinamento Nazionale degli Ordini Forensi Minori è quello che, finalmente, venga impresso un drastico "stop" a una manovra decisamente catastrofica. " Se è vero che la riforma è, come sostiene la Ministra, un treno in corsa, occorre considerare – ha dichiarato il presidente Walter Pompeo - che il treno sta correndo verso il baratro! Per questo è necessario fermarlo prima che sia troppo tardi e la parola spetta proprio ai Giudici della Consulta. Quello di martedì è un giudizio estremamente particolare sia perché la sua decisione è destinata a incidere profondissimamente nella vita giudiziaria, sociale, politica, economica dell'intero Paese, da Tolmezzo a Modica, da Saluzzo a Sala Consilina, da Portoferraio a Rodi Garganico, da Porretta Terme a Lipari, coinvolgendo milioni di persone, utenti della giustizia, magistrati, amministrativi, liberi professionisti, esercenti, enti pubblici e privati, ma anche perché esso si svolge proprio a ridosso della presa di efficacia della riforma, una vera dead line, il 13 settembre, quando d'un colpo scomparirebbero 949 uffici giudiziari e lo Stato avrebbe inutilmente e malamente investito una quantità infinita di risorse sia per attuare la riforma sia per tenerla a regime".

Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti dell’1.7.2013)