venerdì 12 luglio 2013

Basta discriminazioni per figli fuori dal matrimonio

L'avvocato Fanni: "Eliminate delle odiose discriminazioni

tra figli nati da matrimonio e gli altri, ecco quali"



Non più figli legittimi e figli naturali, non più figli di serie A e figli di serie B, ma solamente figli. E’ questa in sintesi la nuova disciplina stabilita dal decreto approvato in Consiglio dei Ministri. Una conquista sociale e il completamento di un percorso di civiltà giuridica, come hanno tenuto a precisare molte personalità della cultura e del diritto dopo la decisione. “In sostanza il Cdm ha approvato una normativa che, adottando i principi stabiliti dalla Legge 219 del 2012, elimina una odiosa discriminazione – afferma il presidente della 'Associazione Italiana degli Avvocati per la Famiglia e per i minori (AIAF), Luisella Fanni – Del resto i figli arrivano perché i genitori li mettono al mondo e non devono subire danni se nascono fuori dal matrimonio”.

Avvocato, cosa stabilisce in sostanza la nuova normativa?

“In sostanza stabilisce che ‘la parentela è il vincolo tra le persone che discendono da uno stesso stipite, sia nel caso in cui la filiazione sia all’interno del matrimonio, sia nel caso in cui sia avvenuta al di fuori di esso, sia nel caso in cui il figlio sia adottivo’. La nuova normativa stabilisce, poi, quali siano i diritti e i doveri dei figli e, all’articolo 2, assegna al Governo una delega per la revisione delle disposizioni vigenti in materia di filiazione, da predisporre entro 12 mesi”.

Il decreto legge elimina le differenze ancora esistenti dopo la riforma del diritto di famiglia del ’75, ma quali erano le principali discriminazioni rimaste?

“Ce n’era soprattutto una fondamentale che riguardava la relazione di parentela. Col vecchio diritto il figlio naturale riconosciuto acquisiva il rapporto di parentela soltanto col genitore che lo aveva riconosciuto ed eventualmente (non sempre) con l’ascendente. Non si stabiliva invece alcun rapporto di parentela in linea orizzontale. Con questo decreto i confini della famiglia risultano dunque allargati da un punto di vista legale”.

Quindi, in precedenza, nonostante l’esistenza di fatto di zii e cugini non c’era un riconoscimento sotto il punto di vista del diritto.

“Sì, nel vivere quotidiano eravamo abituati a indicare i genitori dei genitori come nonni, gli zii come zii e i cugini come cugini, ma da un punto di vista prettamente legale ciò non corrispondeva a realtà, con tutte le conseguenze sotto il punto di vista successorio, oltre che sul piano delle responsabilità, per quanto concerne il mantenimento, gli alimenti e altri aspetti che ne derivano”.

Semplificando, nemmeno i fratelli del padre naturale avevano un rapporto legale con il bambino, è così?

“Sì, legalmente non erano zii, per il diritto non avevano alcun rapporto di parentela”.

E i nonni invece ce l’avevano visto che parliamo di linea verticale?

“Come accennavo era discusso, anche se c’erano tutta una serie di norme di contorno che indicavano gli ascendenti come soggetti tenuti a intervenire per esempio in funzione alimentare”.

A questo punto dunque i figli nati fuori da un contratto di matrimonio sono pienamente parificati comunque a quelli nati in costanza di matrimonio?

“Esattamente, per semplificare si può dire che a questo punto sono tutti uguali. Tant’è che la norma elimina dal codice la dicitura “figli illegittimi”. L’art. 1 del decreto recita al primo comma “le parole legittimi e naturali sono soppresse”. Rimarrà in sostanza soltanto la parola figlio. Per tutti, per chi è nato da matrimonio e per chi non è nato da matrimonio”.

Quindi anche per quanto riguarda l’eredità hanno gli stessi diritti?

“Sostanzialmente sì, il legislatore ha voluto adeguare la disciplina delle successioni e delle donazioni al principio di unicità dello stato di figlio”.

Si parla anche di soppressione del diritto di commutazione, in ambito di successione, cosa significa?

"Noi abbiamo un meccanismo successorio per il quale una categoria di successibili chiamati i necessari o riservatari ha comunque diritto a ricevere una quota del patrimonio, una quota in beni, liquidi o beni immobili. I beni immobili se non sono divisibili si vendono. In presenza di figli naturali invece esisteva il diritto per i figli legittimi di commutare quella quota in una somma di denaro. Quindi non erano obbligati per esempio a dare ai naturali quella parte di casa che gli sarebbe spettata ma potevano dargli una corrispondente somma di denaro. Il diritto di commutazione ora viene eliminato, ed è ovvio, perché a monte non c’è più differenza tra figli legittimi e naturali, succedono tutti negli stessi identici diritti".

Ci sono altre novità importanti introdotte dal decreto?

"Rilevante la sostituzione della definizione di 'potestà genitoriale' con quella di 'responsabilità genitoriale'. Inoltre, nel recepire la giurisprudenza delle alte Corti, Costituzionale e di Cassazione, si è previsto di limitare a cinque anni dalla nascita i termini per proporre l'azione di disconoscimento della paternità, introdurre il diritto degli ascendenti di mantenere rapporti significativi con i nipoti minorenni, portare a dieci anni il termine di prescrizione per l'accettazione dell'eredità per i figli nati fuori dal matrimonio".


Ignazio Dessì (da Mondoprofessionisti del 12.7.2013)