martedì 2 luglio 2013

L'AVVOCATURA NON SI TOGLIERÀ MAI DAI PIEDI

Interrotta da avvocati che protestavano contro la riorganizzazione dei Tribunali, il ministro avrebbe detto, secondo un labiale svelato da Sky tg24: "Li vado ad incontrare così me li levo dai piedi"

Si riscalda il mondo della giustizia in vista dello sciopero di una settimana proclamato per l’8 luglio. E la tensione è salita a causa del fuori onda del ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri che sta mandando su tutte le furie l'Ordine degli avvocati di Napoli. Il fuori onda del ministro della Giustizia è stato in occasione della manifestazione ‘Il Sabato delle Idee’, che ha interrotto la cerimonia alla quale partecipava per incontrare avvocati e sindaci che protestavano contro la riorganizzazione dei Tribunali e della reintroduzione, per decreto, della mediaconciliazione obbligatoria, ‘’Li vado ad incontrare così me li levo dai piedi’’, ha detto il ministro secondo il labiale svelato dai microfoni di Sky Tg 24. Il presidente Francesco Caia non fa sconti al Guardasigilli: "Le parole del ministro Cancellieri sono gravissime. Rappresentano una mancanza di rispetto ed esprimono una concezione antidemocratica. Mai avrei pensato che un Guardasigilli avesse una tale concezione dell’Avvocatura e della tutela dei cittadini. Sono affermazioni da Stato illiberale.   Le frasi del ministro – dice Caia - sono talmente chiare che purtroppo sono inequivocabili’’. Il presidente degli avvocati di Napoli ha scritto una lettera ai vertici dell’Avvocatura per sollecitare un documento in vista dell’incontro che si svolgerà domani pomeriggio a Roma, proprio con la Cancellieri e già fissato da tempo. Caia annuncia che chiederà l’intervento del Presidente della Repubblica e del presidente del Consiglio. ‘’Dalla Cancellieri non è arrivato nessun segno, se continua così chiederemo le sue dimissioni’’ - conclude Caia. “Determinazione e dialogo cortese ed educato con l’avvocatura non possono non ispirare le sue iniziative per la riforma della Giustizia”. Dice a sua volta Maurizio de Tilla, presidente dell’Associazione Nazionale Avvocati italiani. “Ma per dialogare efficacemente – aggiunge - la Cancellieri non può affidare una plausibile riforma della giustizia a un decreto legge, qual è quello del “Fare”, che – senza preventivo confronto – ripristina la “media conciliazione obbligatoria” e stabilisce regole processuali demolitorie del diritto di difesa. L’Avvocatura ha buone ragioni e non è una lobby, come quella economica che muove certe scelte discutibili in tema di giustizia. Inoltre – spiega il presidente Anai - la revisione della geografia giudiziaria fa acqua da tutte le parti. A parte le palesi ragioni di incostituzionalità, vengono demoliti uffici giudiziari essenziali ed efficienti e, in gran parte del Paese, le sedi accorpanti non sono idonee. Il che è stato rilevato dai TAR in ben undici provvedimenti di annullamento e di sospensione. Si impone lo slittamento ad un anno insieme ad alcune importanti correzioni della normativa. Non è infatti ragionevole attuare subito la revisione delle circoscrizioni e demolire gli uffici giudiziari, e successivamente modificare e ripristinare uffici soppressi, dopo l’accertamento postumo del “malfatto”. Procedendo con caparbietà (che non è saggia determinazione) si rischia di “fare male” senza alcun effetto utile per assicurare ai cittadini un’adeguata resa giudiziaria”. Gli fa eco il segretario generale dell'Associazione Nazionale Forense (Anf) Ester Perifano. “Le parole pronunciate dal Ministro Cancellieri – dice - all'indirizzo degli avvocati durante la protesta dell' avvocatura napoletana sono inaccettabili. Stia certa il ministro che gli avvocati italiani a 'togliersi dai piedi' non ci pensano minimamente, ma anzi continueranno a far valere con sempre maggiore convinzione le ragioni della categoria, che in larghissima misura coincidono con quelle dei cittadini e del loro diritto ad una giustizia equa ed accessibile. La frase sprezzante pronunciata dal Ministro- continua Perifano - è la fotografia di una rappresentazione dell'avvocatura che una certa politica ha contribuito a creare, specie nel corso degli ultimi anni, ovvero di una casta del nostro Paese che protesta esclusivamente a proprio uso e consumo. È con tutta evidenza una rappresentazione di comodo, il facile bersaglio di una politica che non sa, o non vuole, un confronto costruttivo e cerca di smantellare le garanzie che il sistema giudiziario offre al cittadino per far valere i propri diritti. Ci auguriamo – conclude Perifano - che il ministro Cancellieri voglia dichiarare il proprio rincrescimento per le sue frasi alquanto infelici, e dimostri d'ora in poi maggiore serenità nell'esercizio della sua funzione”.

Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti del 2.7.2013)