venerdì 26 luglio 2013

La pensione modulare

In un recente convegno tenutosi a Vasto, una collega mi ha chiesto se Cassa Forense si fosse mai preoccupata di prevedere anche una previdenza integrativa.
Mi sono accorto, dopo aver sentito anche altri partecipanti al convegno, che nonostante l’impegno profuso per la diffusione della pensione modulare, ancora molti iscritti non la conoscevano.
I professionisti sono da tempo consapevoli del fatto che senza correttivi sostanziali i vigenti sistemi previdenziali risulteranno inadeguati a sostenere gli oneri pensionistici futuri, a causa dei mutamenti demografici economici e professionali.
Cassa Forense con l’introduzione della quota “modulare di pensione”, denominata più genericamente come “pensione modulare” introdotta dalla riforma previdenziale entrata in vigore il 1° gennaio 2010, ha inteso offrire un’opportunità a tutti i suoi iscritti per rendere il loro futuro meno incerto e più sereno.
Ogni iscritto a Cassa Forense può decidere volontariamente, anno per anno, di destinare una quota variabile del suo reddito professionale (tra 1° e 10%).
La totale deducibilità fiscale del contributo, che non può comunque superare il 10% del tetto reddituale di euro 94.000,00 (per l’anno 2013), costituisce uno dei motivi per aderirvi.
Il rendimento riconosciuto al montante contributivo che ogni iscritto costituirà, sarà pari al 90% del rendimento del patrimonio netto della Cassa, riferito all’ultimo quinquennio, con la garanzia di un interesse minimo della misura dell’1,5%.
Il rendimento riconosciuto al 31/12/2011 è stato del 3,63%, mentre al 31/12/2012 è stato del 3,39%.
Le adesioni che risultano essere in numero di 8.603 vanno manifestate entro il 30 settembre di ogni anno, in sede di invio telematico del Mod. 5 e potranno essere variate nella percentuale scelta entro il 31 dicembre dello stesso anno, in sede di stampa dei bollettini M.A.v. per eseguire il pagamento.
Non va sottovalutato che la gestione della quota modulare avviene a cura della Cassa che, non avendo scopo di lucro, mette a disposizione dell’iscritto le sue strutture amministrative senza costi aggiuntivi, ottenendo ottimizzazione del rendimento rispetto ad impieghi previdenziali alternativi (Assicurazioni e Istituti di Credito).
L’adesione alla quota modulare lascia inalterata la possibilità di aderire anche ad una forma pensionistica complementare, con la conseguenza per coloro che intendono aderire anche ad essa di usufruire integralmente degli ulteriori benefici fiscali previsti.
E’ vero che in un periodo come l’attuale caratterizzato da una forte recessione economica e di contrazione dei redditi è difficile valutare la convenienza di tale importante strumento, ma “chi non prova a crearsi il futuro che desidera deve accontentarsi del futuro che gli capita”.

Nunzio Luciano – Vice Pres. Vicario di CF (da cassaforense.it)