lunedì 20 maggio 2013

Al Sud i legali guadagnano la metà

In Lombardia l'avvocatura regge la crisi

In Lombardia gli avvocati tengono testa alla crisi più che altrove in Italia, ma anche in questa regione si conferma il forte gap generazionale e di genere che divide la professione.
È quanto emerge dal quarto appuntamento del Road Show di Cassa forense svoltosi oggi (venerdì, NdAGANews) a Milano nell’ambito della Giornata Nazionale della Previdenza in corso nel capoluogo lombardo.
Nell’incontro, che ha visto la partecipazione di Paolo Giuggioli, presidente del Consiglio dell’Ordine di Milano, e dei Delegati e dei Consiglieri di Amministrazione della Cassa forense, sono state affrontate numerose questioni, dalla riforma previdenziale che ha messo in sicurezza i conti dell’Ente al previsto ingresso dei 60 mila avvocati iscritti agli Albi ma finora esclusi da una copertura previdenziale di categoria.
Secondo i dati del 2012, la Lombardia è la regione italiana con il maggior numero di avvocati iscritti alla Cassa forense: 27.371, di cui 13.239 donne e 14.132 uomini. La fascia d’età più rappresentativa è quella degli avvocati tra 35 e i 39 anni, che si attestano sui 6.240 (3.567 donne e 2.673 uomini). L’Ordine più “popolato” è quello di Milano con 15.718 iscritti (7.391 donne e 8.327 uomini), e anche nel capoluogo gli avvocati più numerosi sono i giovani professionisti tra i 35 e i 39 anni di età (3.392, di cui 1.816 donne e 1.576 uomini). Riguardo ai redditi, quegli degli avvocati lombardi sono in assoluto i più elevati del Paese. I dati del 2011 parlano di un reddito medio annuo di 72.761 mila euro, ben al di sopra della media nazionale che si attesta sui 47.561 euro.
Sono numeri che contribuiscono a creare la netta divisione geografica della professione forense in Italia: gli avvocati del sud e delle isole guadagnano all’incirca il 48,2% in meno dei colleghi del nord e quasi il 38,2% in meno di quelli del centro Tuttavia, a fronte di un quadro economico rassicurante, la Lombardia soffre degli stessi problemi che affliggono l’Avvocatura a livello nazionale.
Analizzando i redditi per fasce d’età, infatti, si osserva una netta divisione tra i professionisti più giovani e i colleghi più anziani. Gli avvocati con meno di 29 anni guadagnano circa il 22% in meno della media regionale. Solo per fare un raffronto, gli under 29 registrano redditi medi annuali pari a quasi un decimo di quelli dei colleghi tra i 60 e i 64 anni d’età (15.931 euro contro 158.168 euro). La situazione non migliora se si analizzano i dati reddituali per genere. Nonostante siano per numerosità quasi equivalenti ai colleghi, le avvocatesse guadagnano meno della metà (in media 40.821 euro all’anno contro 103.020 euro).
“I dati che provengono dalla Lombardia non devono confonderci – ha commentato il presidente della Cassa forense, Alberto Bagnoli – c’è un’ampia fascia della categoria, i professionisti più giovani e le avvocatesse, che lamenta condizioni lavorative più svantaggiate. Il nostro impegno nei confronti dei professionisti più vulnerabili è stato e sarà massimo, non solo dal punto di vista delle agevolazioni contributive per l’iscrizione previdenziale ma anche da quello della messa a punto di interventi mirati a promuovere la formazione e l’attività professionale. Senza dimenticare che la nostra missione, oggi più che mai necessaria dopo l’approvazione della nuova legge professionale, è quella di garantire a tutti gli avvocati una previdenza che coniughi i principi della sostenibilità, dell’equità e dell’adeguatezza delle prestazioni”.

(Da Mondoprofessionisti del 17.5.2013)