martedì 5 aprile 2011

Formazione professionale all'italiana (o all'amatriciana?)

Il CNF riduce i punti da 90 a 75, ma a Roma sembran troppi

I professionisti annunciano la ritirata sulla formazione continua. A pochi giorni di distanza dalla notizia che gli ordini dei dottori commercialisti di Milano, Napoli, Torino e Roma non adotteranno alcuna sanzione per gli iscritti che non hanno maturato i crediti formativi, anche l'ordine degli avvocati di Roma esce allo scoperto e si concede un sostanzioso sconto. A poco o nulla è valsa la bocciatura dell'iniziativa da parte del Consiglio nazionale forense. Il numero uno dei legali romani Antonio Conte avrà pensato: «io ti chiedo educatamente se posso autoridurmi i crediti formativi da 90 a 60 nel triennio, se tu Cnf mi dici no io lo faccio lo stesso». E siccome l'organo supremo della categoria ha detto no, Conte si è rifatto al potere di autoregolamentazione. Il consiglio dell'ordine aveva infatti formalizzato il 23 febbraio un'istanza al Cnf nella persona del presidente Guido Alpa - al fine di ottenere una riduzione del numero dei crediti Fpc ritenendo, da un lato, che il tetto minimo di cui al Regolamento vigente sia oggettivamente eccessivo ed oneroso e, dall'altro, che così si allevierebbe quella che Conte definisce «una delle nostre fatiche quotidiane». Il Consiglio nazionale forense ha accolto parzialmente la proposta, che peraltro aveva incontrato il consenso di presidenti di ordini di altri fori, riducendo a 75 il numero di crediti totali. Ma non è bastato. Conte nel tirare dritto sui 60, però, ci tiene a precisare nella sua comunicazione ai consiglieri che «lungi da me la volontà di aprire una sterile polemica con il Cnf al quale riconosco la potestà giurisdizionale e l'autorevolezza che gli compete». Come a dire, educatamente faccio quello che voglio...

Moustique (Italia Oggi Sette 4.4.2011 dal sito dell'OUA)