venerdì 5 ottobre 2012

SLITTA RIFORMA, IL 23 ASTENSIONE

Sciopero il 23 ottobre: la risposta dell'avvocatura
allo slittamento del debutto in aula della riforma forense

Sciopero il 23 ottobre e grandiosa maniefstazione a Roma. Questa la risposta dell'avvocatura all'ennesimo slittamento dell'nizio dell'esame da parte dell'aula di Montecitorio della riforma forense. “Secondo le intese intercorse, lo svolgimento degli altri argomenti iscritti all'ordine del giorno è rinviato ad altra seduta”. Con queste parole, il presidente della Camera, Gianfranco Fini, ha infatti rinviato ancora una volta l’inizio dell’esame della riforma forense. La riforma dell’Avvocatura, all’esame della Camera, ha subito dunque un’ulteriore battuta d’arresto per responsabilità del Governo. Eppure è una riforma che risponde alle esigenze di qualificazione, di specializzazione, di formazione, di maggiore tutela degli assistiti con l’assicurazione obbligatoria. Ma ha evidentemente un difetto: quello di garantire l’autonomia e la indipendenza dell’avvocato anche nei confronti dei poteri forti, quelli che ormai governano l’economia. E così nell’avvocatura si è tornato a parlare di astensioni. E dopo l’incontro di oggi tra una delegazione delle associazioni Forensi e i dirigenti del ministero della Giustizia per il tavolo sulla riforma dell’accesso alla professione forense si è deciso per uno sciopero il 23 ottobre.  Nel corso di un precedente incontro con il Guardasigilli, Paola Severino, la delegazione degli avvocati ha proposto tra l’altro un numero programmato e l’ istituzione di una laurea in giurisprudenza ad indirizzo forense, con la espressa previsione che solo i laureati di questo corso possano poi accedere alla pratica e successivamente all’esame di Stato. Insomma, una specie di preselezione per evitare l’ulteriore sovraffollamento degli Albi. “Nell’incontro di oggi – spiega Ester Perifano segretario generale dell’Anf – consegneremo un’ipotesi di modifica del Decreto ministeriale che fissa i parametri tariffari. Nell’ultimo incontro – aggiunge – ho percepito disponibilità a recepire i nostri suggerimenti. Con queste premesse potremmo anche presentarci all’appuntamento con il Congresso nazionale forense, in agenda per novembre a Bari, con in tasca la riforma del percorso formativo universitario, dell’accesso alla professione e con i parametri tariffari modificati”. L’istituzione di un corso di laurea in giurisprudenza ad indirizzo forense, riservato esclusivamente a coloro che vogliono accedere alla professione di avvocato, continua Perifano, “è una prospettiva molto positiva e confidiamo che il progetto definitivo si possa delineare già oggi, in quanto su questo aspetto c’è la convergenza del Ministro e dell’avvocatura. Occorre, in considerazione del numero realmente elevato di avvocati presenti in Italia, fare in modo che la professione forense venga esercitata per volontà esplicita e non sia un scelta residuale: va in questa direzione il progetto di un percorso universitario che sia strutturato su un triennio comune e su un successivo biennio professionalizzante, che abbia come unico sbocco la professione di avvocato”. Tuttavia queste modifiche, dice il segretario dell’Anf, “non possono prescindere dal prevedere una riforma radicale dell’esame di Stato”.

Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti del 4.10.2012)