mercoledì 31 ottobre 2012

RIFORMA FORENSE: LA CAMERA APPROVA

Il ddl torna al Senato per la terza lettura

La Camera ha approvato a larghissima maggioranza  (395 sì, 7 contrari, 14 astenuti) la riforma della professione forense. È stata stralciata la parte relativa all'esame di Stato (articolo 46), che sarà trattata in un provvedimento ad hoc. Il provvedimento torna ora all'esame del Senato. Questi i punti principali del nuovo ordinamento.
-evitare gli abusi a danno dei cittadini prevedendo la specifica competenza dell’avvocato nella consulenza stragiudiziale.
-la possibilità di costituire associazioni multidisciplinari
-previsione di società di capitali senza il socio esterno a garanzia dell’autonomia della prestazione professionale
- le specializzazioni con l’irrinunciabile apporto delle associazioni specialistiche forensi
- la pubblicità informativa anche sul web purché trasparente,veritiera, non suggestiva né comparativa
- l’obbligo di formazione continua per tutti gli avvocati superando il sistema dei crediti formativi
- l’obbligo di assicurazione per la responsabilità civile degli avvocati
-la pattuizione del compenso tra cliente e avvocato è completamente libera. L’avvocato ha l’obbligo di informare il cliente sulla complessità dell’incarico e sugli oneri ipotizzabili e dovrà fornirgli il preventivo, se il cliente lo richiede. I parametri si applicano in caso di disaccordo
-il divieto del patto di quota lite
-l’affermazione della centralità della difesa d’ufficio
-l’esercizio della professione dovrà essere effettivo e continuativo come condizione per la permanenza dell’albo. La prova dell’effettività dovrà prescindere dal reddito
-l’obbligo di iscrizione alla Cassa forense
-gli Ordini forensi hanno finalità di tutela dell’utenza e degli interessi pubblici connessi all’esercizio della professione e al corretto svolgimento della funzione giurisdizionale
- lo sportello per il cittadino presso gli Ordini, per orientarlo nelle prestazioni professionali e nell’accesso alla giustizia
-rappresentanza di genere nelle elezioni dei consigli dell’Ordine, del Cnf e dei Consigli distrettuali di disciplina
-ai praticanti è dovuto il rimborso delle spese; previsto il compenso commisurato all’effettivo apporto professionale
-la pratica, di 18 mesi, potrà essere svolta presso due avvocati contemporaneamente e secondo altre modalità oltre il tirocinio in studio.
-il praticantato sarà ancor più professionalizzante con la frequenza di corsi di formazione specifici promossi dalle scuole forensi
-esame: tre prove scritte e una orale, senza codici commentati
-pieno riconoscimento dell’importanza della deontologia a   garanzia del regolare svolgimento della professione
-maggiore tipizzazione degli illeciti disciplinari
- istituzione dei consigli distrettuali di disciplina, con incompatibilità per garantire la terzietà del giudizio disciplinare
-giuramento degli avvocati presso il proprio Consiglio dell’Ordine in seduta pubblica. Il testo, secondo il Cnf, “rafforza la tutela dei diritti dei cittadini e la qualificazione professionale degli avvocati per tutta la durata dell’esercizio professionale e tutela l’ interesse pubblico all’effettività della tutela dei diritti dei cittadini e al miglioramento della giurisdizione”. Camera e Governo, secondo il consiglio nazionale forense, “hanno tenuto conto dei principi di ammodernamento della professione contenuti nel decreto Crescita: il nuovo Statuto aggiorna la professione promuovendo l’accesso dei giovani meritevoli, aprendo a una concorrenza qualificata nel rispetto della necessaria autonomia e indipendenza degli avvocati.  “Questo importante risultato è stato acquisito con il favore di tutta la camera nell’interesse dei cittadini e della tutela della dignità della professione forense”, dichiara il presidente del Consiglio nazionale forense Guido Alpa. “ I giovani potranno avviarsi alla professione con maggiore fiducia nel futuro e con maggiori garanzie di qualità, competenza e correttezza. I clienti saranno più tutelati e potranno contare su consulenti e difensori preparati e corretti. A questo punto è necessario perfezionare questo importante impegno del Parlamento con il passaggio definitivo in Senato nel giro di poche settimane. La riforma, una volta approvata, costituirà una solida base per proseguire nel percorso di ammodernamento della professione”. L'Unione Camere Penali, "pur ribadendo la necessità di modificare il regime della specializzazione, esprime apprezzamento per l'approvazione della riforma forense alla Camera. Si tratta di un obiettivo sul quale i penalisti si sono molto impegnati ed ancor di più si impegneranno nel prossimo passaggio al Senato. È fondamentale - commenta l'Ucpi - che l'Avvocatura ottenga il proprio statuto entro la presente legislatura e non venga, altrimenti, vanificato il grande lavoro, anche di approfondimento culturale, compiuto all'interno della stessa avvocatura e, successivamente, all'interno delle rappresentanze politiche". I penalisti, ai fini di una valutazione complessiva di quanto oggi avvenuto, sottolineano come nel corso degli anni in cui si è sviluppato l'iter parlamentare, "la situazione politica è mutata radicalmente", e puntano l'indice contro quelle "forze, non solo al governo ma anche all'interno dei partiti" che "perseguendo una finta liberalizzazione, miravano e mirano a una vera e propria liquidazione dell'avvocato". Tra tutte le innovazioni contenute nel progetto di legge, prosegue la nota, "è stata la specializzazione quella piu' direttamente oggetto della battaglia dei penalisti, grazie alla quale oggi diventa più concreta la prospettiva dell'ingresso nel nostro ordinamento giuridico di un istituto del tutto nuovo che avrà la funzione di ammodernare il ceto forense e rafforzare il diritto di difesa nel processo". Di parere contrario il segretario generale dell’Anf Ester Perifano “La legge sul riordino della professione forense – sostiene la Perifano - approvata alla Camera, duole constatarlo, non ha nulla che ricordi una riforma se non il titolo, e non può che suscitare notevoli perplessità perché non risolve alcuno dei problemi effettivi degli avvocati, come ad esempio l’accesso, che viene appesantito dalla previsione di scuole forensi obbligatorie, oltre alla totale mancanza della riforma dell’esame di stato, i cui articoli sono stati stralciati. È una pseudoriforma, monca di parti essenziali , che punisce l’autonomia degli ordini a tutto vantaggio di un centralismo fuori moda da anni. Per tutti, tranne che per l’avvocatura.”   Maria Grazia Siliquini (Popolo e territorio) la definisce “momento storico per la professione, una riforma attesa dal 1933. Nella legge inserita per la prima volta la funzione dell'avvocatura per garantire al cittadino l'effettiva tutela dei suoi diritti. Il testo che abbiamo votato in aula – sottolinea - è il frutto di un proficuo lavoro in Commissione giustizia votando emendamenti che rafforzano autonomia e indipendenza dell'avvocato. La consulenza legale sia esclusivo appannaggio degli Avvocati con vincolo del rispetto del codice deontologico. Rispetto alle società tra Avvocati siamo stati favorevoli al principio che chi svolge la professione non può essere socio di una società che non sia formata esclusivamente tra Avvocati, non da soci di capitali seppur di provenienza legittima, l'avvocato deve potersi muovere in autonomia - sottolinea - La questione liberalizzazioni è un falso problema se si considera che in Italia in base all'art. 33 della Costituzione il diritto di accesso è garantito a tutti. Se si tiene poi conto che in Italia i professionisti sono il triplo di Francia e Germania ci si rende conto che non c'è nulla da liberalizzare”, conclude Siliquini.

Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti del 31.10.2012)