martedì 11 settembre 2012

OUA contro filtro in appello



Oggi entra in vigore del cd. filtro in appello, previsto dal decreto Sviluppo, ma per l’OUA si tratta di “un rimedio peggiore del male”. Nel frattempo sul sito del CNF spunta un dossier di analisi su riforma delle professioni, parametri e, per l’appunto, filtro in appello.
In cosa consiste il filtro in appello. Oltre alle ipotesi in cui l’appello deve essere dichiarato inammissibile o improcedibile con sentenza, il giudice d’appello, ai sensi del nuovo art. 348-bis c.p.c., dovrà dichiarare inammissibile l’impugnazione «quando non ha una ragionevole probabilità di essere accolta». Tale inammissibilità dovrà essere dichiarata, con ordinanza succintamente motivata, prima di procedere alla trattazione della causa «sentite le parti» (art. 348-ter, comma 2). In presenza di più impugnazioni avverso la stessa sentenza, sarà possibile emanare l’ordinanza soltanto quando i presupposti di inammissibilità ricorrono per tutte le impugnazioni (art. 348-ter, comma 2). Una volta dichiarata l’inammissibilità, la parte soccombente potrà proporre ricorso per cassazione (art. 348-ter, comma 3) avverso la sentenza di primo grado con il limite della c.d. doppia conforme (art. 348-ter, comma 4). Infine, il c.d. filtro in appello non trova, però, applicazione nei giudizi rispetto ai quali è previsto l’intervento obbligatorio del pubblico ministero e nei giudizi di appello a seguito di procedimento sommario di cognizione ex art. 702-quater c.p.c..
Sotto attacco il filtro in appello. L’OUA denuncia non solo l'inutilità di questo strumento per la pretesa riduzione del contenzioso, ma anche i rischi di ulteriori meccanismi discriminatori nei confronti del diritto alla giustizia dei cittadini. «Il filtro in appello è un rimedio peggiore del male», queste le parole di De Tilla, il cui attacco si basa sul fatto che «la possibile declaratoria di inammissibilità si correla, poi, ad una sommaria ricognizione, nella prima udienza, del grado di infondatezza dell'impugnazione, con una affrettata e sommaria valutazione delle carte processuali». Intanto, l'Ufficio studi del CNF pubblica sul proprio sito internet un dossier sulla riforma delle professioni e, in particolare, sul filtro in appello, evidenziando le modifiche apportate al codice di procedura civile in materia di appello e di ricorso per cassazione.

(Da avvocati.it dell’11.9.2012)