sabato 15 settembre 2012

Avvocati - Guardasigilli: pace quasi fatta

Soddisfazione di Oua, Anf e Aiga
Linea dura dei penalisti che confermano lo sciopero

“Un incontro concreto e molto costruttivo su un tema cardine per la professione forense: quello dell'accesso e della formazione". così il ministro della Giustizia Paola Severino a conclusione della riunione con le rappresentanze dell'avvocatura nella sala Livatino del dicastero di Via Arenula.
"La creazione di una classe di Avvocati più selezionata e meglio formata è un'esigenza avvertita da tutti, ma è una grande assente finanche nel ddl di riforma che dal prossimo 28 settembre sarà all'esame della Camera. Per questo motivo - afferma il ministro Severino - ho voluto avviare un confronto che si è rivelato ricco di spunti e che, a partire dalla prossima settimana, proseguirà attorno a un tavolo operativo permanente al quale prenderanno parte anche rappresentanti del ministero dell'Istruzione e dell'Università".
Allo stesso tempo, il ministro Severino porterà avanti il confronto anche su altri due temi: la creazione di una task force per abbattere l'arretrato civile e la raccolta di osservazioni, che verrà estesa alle altre categorie professionali, sul contenuto dei parametri oggetto di decreto ministeriale.
Soddisfatto anche Maurizio de Tilla presidente dell’Oua. “Un incontro proficuo e costruttivo – ha detto de Tilla - il Guardasigilli sembra voglia aprire una stagione nuova con l’avvocatura, basata su un confronto chiaro, trasparente, partecipativo e senza esclusioni. Ora attendiamo i fatti, noi ieri abbiamo ribadito, forti di due anni di iniziativa coerente, con decise proteste e decine di proposte avanzate, quali sono le priorità per una nuova politica sulla giustizia e sulla professione forense. Il Ministro ha mostrato grande disponibilità sulle diverse questioni poste. Sulla riforma dell’accesso dei corsi di laurea in legge finalmente le nostre preoccupazioni hanno trovato il giusto riscontro, certo le posizioni non sono sovrapponibili, però la nostra richiesta di fissare criteri forti per attaccare l’aumento esponenziale degli avvocati è stata recepita. Tra questi la proposta dell’introduzione del numero programmato, e il Ministro ha dato la disponibilità di avviare urgentemente un tavolo ad hoc su questa questione. Ma non solo. Condivisione sulla necessità di incontrarsi fra 15 giorni per discutere diversi questioni controverse sul processo civile e sulla task force per lo smaltimento dell’arretrato. Abbiamo, inoltre, chiesto – aggiunge de Tilla - che si modifichino immediatamente, con decreto ministeriale, i parametri fissati dal Ministero per la liquidazione dei compensi nei processi. Abbiamo assistito a una riduzione di oltre il 50% rispetto alle tariffe professionali, ferme al 2005. Gli avvocati stanno già subendo le gravi conseguenze della crisi economica sia per la riduzione del lavoro, sia per i ritardi nei pagamenti degli enti pubblici e privati. Il Ministro anche su questo nodo si è detta pronta ad approfondire il problema e a verificare le critiche dell’avvocatura.  Infine – conclude de Tilla - abbiamo confermato il sostegno all’opera della Commissione Giustizia della Camera sulla riforma professionale, mantenendo tutti i capisaldi frutto del dibattito interno alla categoria e al lavoro di Camera e Senato: tariffe, pubblicità, incompatibilità, tirocinio, riserve di consulenza legale, specializzazioni, esclusione dei soci di puro capitale. Un dialogo, insomma, franco, ma costruttivo che ha visto nella compattezza dell’avvocatura (Oua e associazioni forensi) la sua grande forza”.
“Soddisfazione per l'incontro di ieri” da parte di Ester Perifano, segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense secondo la quale “l'approccio del Ministro è stato apprezzabile e all'impronta della concretezza. Aderiamo senz'altro all'invito di partecipare al tavolo tecnico che si andrà a costituire, a breve, sulla riforma del corso di laurea e l'accesso alla professione e sul prossimo incontro sulla definizione dell'arretrato. In quella sede porteremo i nostri contenuti e le nostre proposte specifiche, senza mancare di segnalare al Ministro i gravi problemi che sono derivati all’Avvocatura dai provvedimenti degli ultimi mesi. Nel contempo – aggiunge la Perifano - abbiamo ribadito che è necessario approvare una legge che regoli la professione forense, sottolineando, però, le forti critiche al testo uscito dalla Commissione Giustizia. Ben vengano, quindi tutte quelle modifiche, per le quali continueremo a batterci in tutte le sedi, che possano rendere la normativa più aderente alle mutate esigenze degli avvocati. Abbiamo ribadito al Ministro come la professione forense meriti di essere regolata con legge ordinaria, ferme restando le dovute correzioni al ddl di riforma forense che inizierà il suo iter in aula entro la fine del mese. Tra i diversi punti critici, è indispensabile modificare le norme sul tirocinio e sull'accesso, inadeguate e incoerenti con le regole appena introdotte con il DPR, rivedere le norme che riguardano la governance nazionale per renderla compatibile con i principi dell'art.3 della l.148/2011, correggere quelli relativi al procedimento disciplinare e la giustizia domestica. Al ministro Severino – conclude Perifano - abbiamo confermato la nostra disponibilità al confronto e alla collaborazione concreta, con l'obiettivo di realizzare finalmente quella modernizzazione della professione necessaria per rispondere alle sfide della competitività e ai gravi problemi derivati dalla crisi economica”.
Linea dura, invece dei penalisti che confermano gli scioperi della prossima settimana.
"Il nostro è un gesto politico – spiega Valerio Spigarelli, presidente dell'Unione delle Camere penali - con cui diamo una valutazione negativa del bilancio di una legislatura che abbraccia due governi e che non ha realizzato quel progetto di riforma strutturale della giustizia".  Spigarelli ha indicato alcune priorità sui bisognerebbe agire: la necessità di avere un giudice terzo e di "separare le carriere dei giudici da quelle dei pubblici ministeri"; l'avvio di "una riflessione sull'obbligatorietà dell'azione penale dove si registra un tasso di discrezionalità troppo alto"; un intervento sulle carceri e sulla "architettura della custodia cautelare"; e una revisione profonda della prassi delle intercettazioni, che "vanno riportate a quel che sono: un mezzo di ricerca della prova. Anche il premier - ha sottolineato Spigarelli a proposito di quest'ultimo punto - ha sottolineato che sono stati commessi abusi. Quello delle intercettazioni non è un problema, ormai, che viene evocato dai potenti: qualsiasi cittadino, parlando al telefono, puó prendere in considerazione quest'ipotesi. Il tema va riportato alla Costituzione e alla tutela della privacy garantita dall'art. 15. L'intercettazione, come ribadito anche da sentenze della Consulta, è possibile di fronte a reato grave e la legge prescrive che debba essere attuata per tempi brevi, mentre in Italia si intercetta per anni". I penalisti sottolineano di non volere "alcun bavaglio per la stampa e anzi di voler garantito il diritto di libertà di informazione, ma altra cosa è far finire sui giornali intere trascrizioni di intercettazioni per far da velina a qualche circuito giudiziario".
I penalisti hanno ribadito la propria posizione anche in merito alla vicenda delle intercettazioni indirette del Presidente Giorgio Napolitano nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia della Procura di Palermo. Parlando di "sovraesposizione e protagonismo di alcuni pm" e di "fuoriuscita dai binari costituzionali", Spigarelli ha osservato che "l'esito del processo penale può, a volte, riscrivere la storia, ma non puó essere condotto per rimettere insieme i tasselli della storia e per riscriverla". A proposito del sovraffollamento nelle carceri, Spigarelli ha toccato anche un altro aspetto: quello dell'amnistia, "un tema che si deve discutere, ma che funziona - ha detto- solo dopo una riforma strutturale del sistema penale".

Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti del 14.9.2012)