venerdì 11 maggio 2012

Senza la compensazione si rischia il flop


Allarme del Cnf: “Occorre avviare un circolo virtuoso
per contribuire alla ripresa economia del Paese”

La legge sulla compensazione tra debiti e crediti della Pa verso le imprese è già in vigore dal 2010. Ma manca ancora il decreto ministeriale per dare attuazione alla norma.  Per questo è importante che il ministro dell’economia provveda al più presto all’adozione del regolamento, per dare fiato alle imprese e ai professionisti. Anche in vista dell’efficacia dei due decreti per la certificazione dei debiti della pa, annunciati oggi dal ministro dello sviluppo economico Corrado Passera.
È quello che chiede il Consiglio nazionale forense in una lettera inviata oggi al ministro dell’Economia e delle finanze, Mario Monti.“ Si tratterebbe non solo di un atto dovuto, ma si sarà contribuito ad attivare un circolo virtuoso che potrà contribuire alla ripresa economica generale del Paese”, dice la lettera. Per il Cnf, infatti, i ritardi nei pagamenti da parte della pa (i debiti sono stimati in circa 60 miliardi) e la pressione fiscale, giudicata eccessiva perfino dalla Corte dei Conti nei giorni scorsi, costituiscono per il mondo delle imprese e, di riflesso, per quello delle professioni-compresa l’avvocatura- una “combinazione deleteria” in grado di mortificare qualsiasi prospettiva di ripresa economica del Paese.
La legge alla quale fa riferimento il Cnf è l’articolo 28 quater del Dpr 29 settembre 1973 n. 602, come modificato dal decreto legge n. 78 del 31 maggio 2010, che prevede per le imprese la possibilità di compensazione, previa certificazione, dei crediti vantati verso regioni, enti locali e enti del servizio sanitario nazionale, con le somme dovute a seguito di iscrizione a ruolo.
“Oggi il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, ha annunciato l’adozione di due decreti per la certificazione dei debiti della pa in modo che siano cedibili pro solvendo dalle imprese alle banche. Tuttavia, se non si provvede ad emanare il regolamento per l’attuazione della compensazione previsto dal Dpr 602, il meccanismo della cessione pro solvendo appena varato dal decreto fiscale (n. 16/2012, ndr) sarà inattuabile”, avverte Antonio Damascelli, coordinatore della commissione per le problematiche tributarie del Cnf.
“Per poter certificare il credito, infatti, l’impresa non dovrà avere sofferenze con Equitalia. Circostanza improbabile se quella stessa impresa è impossibilitata a soddisfare i crediti che vanta verso la pa. Insomma, si rischia il flop anche di questo nuovo istituto, pensato per garantire un po’ di liquidità alle imprese”.

(Da Mondoprofessionisti del 10.5.2012)