martedì 11 marzo 2014

Obbligo iscrizione a CF: sopravvivranno i migliori?

La riforma dell’ordinamento forense ed i suoi riflessi previdenziali hanno tenuto banco nel convegno organizzato dal Comitato Pari Opportunità del Consiglio dell’Ordine di Larino e dall’Aiga. Relatore d’eccezione l’avvocato Nunzio Luciano, noto professionista di Campobasso, recentemente eletto, con oltre il 70% delle preferenze, presidente della Cassa Forense. In una affollata galleria civica gli avvocati del Basso Molise – per l’occasione soprattutto donne e giovani, le categorie più interessate dalla riforma – si sono ritrovati per discutere della obbligatorietà, di recente introdotta, di iscrizione alla cassa forense. Novità importante, ove si consideri che sino ad ora l’iscrizione era obbligatoria solo per coloro che superassero un reddito minimo (circa 10mila euro annue), mentre per gli altri si aprivano le porte della gestione separata dell’Inps. La riforma non è di poco conto, visto che su 240mila professionisti del foro, tanti ce ne sono oggi in Italia, oltre 53.000, per ragioni reddituali, non sono iscritti all’istituto previdenziale forense. Costoro dovranno a breve decidere se proseguire nella professione, sobbarcandosi, a fronte di magrissimi guadagni, questo ulteriore onere, o ritirarsi. Per i volenterosi, che decideranno di continuare ad esercitare tale attività è previsto un regime, transitorio, di agevolazioni. Sicuramente il principale effetto di questo intervento normativo sarà quello di contribuire, forse nel modo non migliore, a sfoltire i numeri di una professione oggi molto inflazionata. Se poi, come spesso accade, a sopravvivere non saranno i migliori, o i più meritevoli, è un’altra storia.

(Da Mondoprofessionisti del 10.3.2014)