giovedì 13 marzo 2014

GIARRE, IL GIUDICE DI PACE RESTA

Dopo mesi di amarezze e vessazioni, alle quali reagiranno con l’ennesima astensione proclamata dall’Organismo Unitario dell’Avvocatura per i giorni 20 e 21 marzo prossimi, gli avvocati –ma gli operatori del diritto in generale- possono  tirare il proverbiale sospiro di sollievo, poiché il nuovo ministro della Giustizia Andrea Orlando ha finalmente firmato il decreto che dispone il mantenimento di 285 uffici del giudice di pace (su 297 che avevano fatto apposita istanza lo scorso anno) rispetto al totale dei 667 soppressi con la “famigerata” legge che ha riorganizzato la cosiddetta geografia giudiziaria.
Le sedi che restano in provincia di Catania sono, oltre quella del capoluogo, Acireale, Adrano, Belpasso, Biancavilla, Bronte, Mascalucia, Militello, Paternò, Ramacca, Randazzo e la nostra Giarre.

Come si ricorderà, il 29 Aprile dello scorso anno scadeva il termine per la presentazione della richiesta di mantenimento degli Uffici del Giudice di Pace da parte dei Comuni, previsto dall’art. 3 co. 2 Decreto Legislativo n. 156/12, pubblicato il 28.2.2013 sul bollettino ufficiale e sul sito Internet del Ministero della Giustizia.

Il direttore generale Luigi Birritteri, l’autore materiale della “soppressione”, aveva precisato che le istanze presentate dai Comuni al Ministero della Giustizia precedentemente alla suddetta data di pubblicazione andavano considerate irricevibili e dovevano pertanto essere riproposte.

La solerzia con cui, nell’autunno 2012, l’allora sindaco di Giarre -anche per conto dei Comuni limitrofi appartenenti all’ex mandamento- aveva inoltrato la relativa richiesta, grazie anche ai solleciti dell’Associazione Giarrese Avvocati e ad una raccolta firme promossa dal cancelliere Giovanni Zagaglia, era dunque servita a poco o nulla: come dire, tutto da rifare, quasi per una sorta di capriccio burocratico da parte di quello stesso Ministero che, se da un lato sembrava avallare una sorta di “superfluità” dell’Ufficio del Giudice di Pace, disponendone la soppressione, dall’altro ne riconosceva la necessità laddove indicava agli enti locali la possibilità di mantenerlo, purchè se ne addossassero gli oneri.

Ancora una volta siamo di fronte ad un tipico paradosso all’italiana: tagli su tagli a livello centrale, consequenziale aggravio di spese a livello locale e, quel ch’è peggio, sulle tasche dei cittadini!

Per evitare che allo “scippo” della sezione distaccata del tribunale si aggiungesse la soppressione del Giudice di Pace, sindaci e  rappresentanti dei Comuni dell’ex mandamento di Giarre (che include Riposto, Mascali, Fiumefreddo, Calatabiano, Sant’Alfio e Milo) oltre a Piedimonte Etneo che ha chiesto di aggregarsi, diverse volte si sono incontrati per confermare la loro volontà al mantenimento dell’ufficio e verificare la quota di partecipazione a proprio carico, rispetto agli oneri previsti dalla legge, ovverosia le spese di funzionamento e di erogazione del servizio giustizia nelle relative sedi, nonché del fabbisogno del personale amministrativo; infatti, restano a carico dell’amministrazione della giustizia i compensi per i giudici onorari e le spese per la formazione iniziale del personale amministrativo indicato dai Comuni.

L’ufficio di Giarre, dopo il pensionamento dell’avv. Salvatore Fisichella che l’ha guidato con grande professionalità sin dall’apertura, è attualmente coordinato dall’avv. Gaetano Gullotta e completato dai giudici Massimo Lo Giudice e Agostino Crisafulli.

A breve termine l’attuale sede di via Veneto sarà trasferita dall’amministrazione comunale nell’ex sede del tribunale, riconsegnata quanto meno in parte alla sua funzione originaria.

MARIO VITALE (da liberajonianews del 13.3.2014)