mercoledì 19 marzo 2014

Camere Civili contro astensione

“Dopo le aperture di Orlando stop a misure ostili”

"Sospendere qualsiasi forma di astensione dalle udienze, nell'attesa di verificare i futuri comportamenti del nuovo Governo e del ministro della Giustizia". L'Unione nazionale Camere Civili invita così, in una delibera, tutti gli iscritti alle Camere Civili e all'Avvocatura civilistica a non scioperare, dopo le recenti aperture del Guardasigilli Andrea Orlando. Questa decisione è stata presa dai civilisti guidati da Renzo Menoni a pochi giorni dall'astensione indetta dall'Organismo unitario dell'Avvocatura. Un'astensione, si spiega nella delibera, che era stata originariamente proclamata per "contestare i provvedimenti legislativi adottati e proposti dal precedente Governo Letta, in quanto gravemente lesivi del diritto di difesa e assunti senza nessun preventivo confronto con l'Avvocatura". Poi però il ministro della Giustizia, ricordano i civilisti, ha dichiarato la sua "volontà di confrontarsi con avvocatura e magistratura prima di adottare provvedimenti sulla giustizia ed in particolare (per quanto più specificamente ci riguarda), sulla giustizia civile e la sua disponibilità a rivedere il ddl presentato al Parlamento dal precedente Governo". Una volontà ribadita da Orlando ai vertici dell'Uncc, nel corso dell'incontro del 14 marzo scorso al ministero, dove si sono affrontate tutte le più rilevanti problematiche della giustizia civile, ipotizzandosi la costituzione di gruppi di lavoro, per la condivisa soluzione di dette problematiche. E ancora, Orlando ha ulteriormente confermato la propria  di collaborazione con l'immediata sottoscrizione dei nuovi "parametri", recependo anche alcuni importanti rilievi delle Commissioni Giustizia di Camera e Senato. E pur trattandosi, allo stato, di "semplici manifestazioni di volontà di dialogo e confronto, che devono poi trovare concreta attuazione in successivi concreti comportamenti e provvedimenti conformi a tali dichiarazioni, tuttavia, a fronte di tali manifestazioni di cambiamento di metodo e di volontà di collaborazione - concludono i civilisti - non pare conseguente rispondere, da parte dell'Avvocatura, con misure ostili e, tanto più con l'astensione dalle udienze, che non può che costituire l'estrema e più forte misura di contrasto".


(Da Mondoprofessionisti del 18.3.2014)