martedì 8 gennaio 2013

Multate le lucciole seminude in strada

 
Nella sentenza n. 47868/2012, la Cassazione conferma la sanzione nei confronti di una giovane donna, sorpresa - durante i controlli delle forze dell'ordine - a stazionare sui marciapiedi "in abiti succinti in modo tale da far vedere le parti intime del corpo".

Il caso. Una giovane proveniente dai paesi dell'est, che era solita passeggiare su un viale bolognese con il seno e il fondoschiena in bellavista, presentava ricorso per cassazione contro l'ammenda di 600 euro che le aveva inflitto il Giudice di pace del capoluogo emiliano per il suo vestiario contrario alla pubblica decenza.

Il giudizio di legittimità. La Suprema Corte, nel respingere il ricorso della donna, ha affermato che questo tipo di atteggiamento non può essere considerato "un fatto lieve" e non ha alcuna importanza se i passanti si siano, o meno, accorti della circostanza che la ragazza "era in mutande che lasciavano scoperti i glutei". Ai fini della sussistenza del reato di atti contrari alla pubblica decenza, non ha alcuna importanza "che detti atti siano percepiti da terzi, essendo sufficiente la mera possibilità della percezione di essi, in quanto il codice penale tutela i criteri di convivenza e decoro, che, se non osservati e rispettati, provocano disgusto e disapprovazione, come nel caso in questione". Infine, i supremi giudici hanno dato il loro 'placet' anche all'entità della sanzione "vista la gravità della condotta, l'insensibilità della donna all'offesa arrecata alla collettività, comprovante il completo disinteresse alle interferenze che il suo comportamento avrebbe potuto determinare al comune vivere civile, nonchè considerati i precedenti penali specifici a carico dell'imputata".


(Da avvocati.it del 7.1.2013)