mercoledì 30 gennaio 2013

Il decalogo dell’OUA ai rappresentanti politici


Prosegue il fitto calendario di incontri che l'Oua, Organismo Unitario di rappresentanza politica dell'Avvocatura, sta portando avanti con i rappresentanti delle forze politiche in campo nella prossima tornata elettorale. Dopo il PD e la Lista Scelta Civica per Monti (Sandro Favi e Stefano Dambruoso), oggi il segretario dell'Oua, Paolo Maldari ha incontrato Luigi Li Gotti della Lista la Rivoluzione Civile – Ingroia. Anche in questa occasione è stato consegnato il documento che contiene le Dieci domande e diversi spunti di riflessione che l'avvocatura ha individuato come Linee Guide per l'Agenda Giustizia per l'Italia (di seguito).  «È stato un colloquio costruttivo, diversi i punti di incontro – ha sottolineato Maldari – su questioni importanti che vedono l’Oua fortemente impegnata: necessità di investimenti in innovazione tecnologica, messa in efficienza della macchina giudiziaria e conseguente abbattimento dei costi, sospensione e riscrittura della riforma della geografia giudiziaria sulla base delle reali necessità del territorio, confronto e dialogo tra politica e avvocatura».  Sulla nuova legge forense il senatore Luigi Li Gotti ha voluto sottolineare come ci sia la “consapevolezza che sia da migliorare in alcuni punti. È importante arrivare a proporre un nuovo testo, inserendo le modifiche e facendo audizioni con l'avvocatura e con gli altri organismi”. Altro punto in comune emerso durante il colloquio è stata la netta contrarietà alla mediazione obbligatoria (poi dichiarata incostituzionale), definita da Li Gotti “una rivoluzione culturale negativa” per il senatore, infatti “il messaggio che è passato è quello che la giustizia si può fare senza giudice, avvocati e codici”.  L'Oua, attraverso le parole del suo presidente Nicola Marino, ha più volte sottolineato la necessità di “rivedere radicalmente il progetto di riforma della geografia giudiziaria avviando un confronto e un'analisi preventiva sul territorio per verificare le esigenze di ogni realtà”. Anche su questo punto Li Gotti si è detto concorde, criticando il progetto ministeriale: “Non è vero che è una riforma a costo zero. Accorpare uffici costa e al momento non c'è nemmeno un piano finanziario al ministero. Inoltre vengono abbandonate sedi appena costruite e su cui lo Stato ha investito enormi risorse finanziarie. Dovrebbe intervenire la Corte dei Conti”. L’Oua, in tal senso, ha messo in evidenza la necessità di fermare un provvedimento che elimina la “giustizia di prossimità” sulla base di una politica basata sul taglio lineare di circa 1000 uffici giudiziari.  Maldari ha anche posto l’accento sui costi e sulle limitazioni all’accesso alla giustizia: «Abbiamo denunciato più volte l'eccessivo aumento del contributo unificato: ingiusto e illegittimo, perché è evidente che la ratio di questo provvedimento è cercare di ridurre il contenzioso. Un intervento che va di pari passo con l'introduzione del filtro in appello e con la previsione di un limite legale alla condanna alle spese che non può superare la somma riconosciuta in sentenza».  Per l’Oua questo deterrente si è rivelato fallimentare dal punto di vista deflattivo (se non in casi particolari e in percentuali residuali), dimostrando che questa è la strada sbagliata e rivelandosi di fatto solo come un'ulteriore tassa sulla pelle degli italiani. E a pagarne maggiormente le conseguenze sono stati i cittadini con meno potere acquisitivo: si sta configurando così una giustizia di serie A e una di serie B. A rendere il quadro ancora più fosco è l'assenza di informazioni su come andrà destinato questo aumento di entrate derivanti dal contributo unificato. Se, per intenderci, rimarrà nel settore giustizia per migliorare il sistema, o se, invece, terminerà in altri ministeri a coprire buchi e sprechi. «L'Oua – conclude Maldari - proseguirà anche nei prossimi giorni gli incontri con tutti gli altri rappresentanti degli schieramenti politici, chiamando i candidati a dare risposte concrete alle “dieci domande per la giustizia”. Sulla base di questo confronto, quindi, l’organismo di rappresentanza politica dell'avvocatura renderà pubblico anche un Decalogo di proposte su cui chiedere un impegno preciso nella prossima legislatura».

 (Da Mondoprofessionisti del 30.1.2013)