venerdì 16 marzo 2012

“Vergogna e libertà”, protesta degli Avvocati

'Vergogna, vergogna' intonano gli Avvocati in toga che protestano davanti alla Cassazione.
Una protesta, indetta dall'Oua e da alcuni ordini, dapprima circoscritta da transenne in piazza Cavour, si è spostata a ridosso delle Scale del Palazzaccio, e da qui gli Avvocati hanno cominciato a rumoreggiare, scandendo anche lo slogan 'libertà, libertà'.
I legali, circa millecinquecento, mostrano cartelli listati a lutto e impugnano palloncini con su scritto Carta costituzionale.   Alcuni dei manifestanti sono saliti sulle scale del palazzo della Cassazione e hanno invitato i colleghi a fare altrettanto, ma quando un piccolo gruppo ha provato a raggiungerli da una scala laterale sono stati bloccati dalla polizia. Dopo il sit-in piazza Cavour sulle gradinate del Palazzaccio la protesta degli Avvocati si è dipanata lungo le strade del quartiere Prati. Attraversando via Cicerone e via Lepanto, un piccolo corteo è giunto fino al Tribunale civile di Roma.
Oggi (ieri, NdAGANews) è il primo giorno di una nuova settimana di sciopero, una mobilitazione che gli Avvocati portano avanti da quest'estate. Anche dopo l'incontro di ieri con il Guardasigilli, Paola Severino, rimangono ancora aperte le questione dell'eliminazione delle tariffe, dei soci di capitale negli studi, e la 'distruzione, dicono i legali, della giustizia di prossimità. Nulla di fatto, infatti, e non poteva essere altrimenti, dall’incontro di ieri tutte le componenti dell’Avvocatura, alla quale inspiegabilmente non è stata invitata la Cassa di previdenza forense pur essendo il tema della previdenza strategico per la riforma professionale, con il ministro di Giustizia, Paola Severino.
Molti, quindi, i nodi irrisolti, sono quindi rimaste in piedi le ragioni del disagio e delle proteste degli avvocati che oggi si sono ritrovati a Roma, davanti alla Corte di Cassazione per una manifestazione alla quale hanno aderito in più di duemila toghe. Confermata anche l’astensione dalle udienze fino al 23 marzo.
“Un giudizio in chiaroscuro – lo ha definito Maurizio de Tilla, presidente dell’Oua - da un lato assistiamo alle aperture del ministro e alla disponibilità al confronto su geografia giudiziaria e giustizia civile, dall’altro alla contrarietà del Guardasigilli alla proposta avanzata dall’Oua sul rinvio dell’entrata in vigore, previsto per il 21 marzo, della conciliazione per condomini e incidenti. Altro nodo è l’invito affinché si faccia slittare il termine imposto agli ordini per riformarsi entro il prossimo 12 agosto, secondo i principi della manovra bis. Su questa ultima questione abbiamo sottolineato il nostro netto rifiuto alla delegificazione dell’ordinamento forense. Allo stesso tempo, l’Oua ha ribadito la richiesta di equiparazione dei parametri ministeriali alle tariffe professionali e l’esclusione del socio di capitale. Al ministro – ha aggiunto il presidente dell’Oua – abbiamo chiesto di fare un bilancio critico del funzionamento della mediaconciliazione obbligatoria e che si fissi un successivo incontro per valutare tutte le criticità più volte avanzate dall’avvocatura, anche in considerazione del fatto che lo stesso Guardasigilli ha ammesso che il sistema è ben lungi dal raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Abbiamo auspicato – ha continuato de Tilla - che si avvii un tavolo di confronto, includendo le rappresentanze dell’avvocatura, Oua e Cnf, per evitare l’inutile e dannosa chiusura di piccoli tribunali sezione distaccate e uffici dei giudici di pace e per discutere di riequilibrio sul territorio del servizio giustizia. Tutto ciò anche in prospettiva del percorso indicato dal ministro che ha indicato due fasi, la prima in cui si stabiliscono criteri oggettivi di valutazione degli Uffici territoriali, la seconda di consultazione con i soggetti interessati, e quindi con gli avvocati e i presidenti degli Ordini forensi delle realtà sotto osservazione. Infine – ha concluso de Tilla - disponibilità ad affrontare i nodi della riforma del processo civile. Ma abbiamo colto l’occasione per ricordare le decine di proposte concrete avanzate dagli avvocati per far funzionare davvero la macchina giudiziaria, contenute nel “Decalogo Oua” e nel “Patto per la Giustizia e i Cittadini”: innovazione, processo telematico, tribunali tecnologici, manager e aziendalizzazione, prassi positive, autogestione delle risorse e degli uffici, riforma del giudice laico, implementazione di meccanismi extragiudiziali volontari”.  
Alla riunione con il Guardasigilli, il presidente del Cnf, Guido Alpa, ha chiesto di “riconoscere il connotato della specialità alla professione forense.  La specialità  - ha detto Alpa - implica che si debbono salvaguardare l’indipendenza, l’autonomia, l’autodichìa.  Il Governo dovrebbe sostenere il progetto perché qualifica la professione forense con regole sull’ accesso, sul tirocinio, sulla specializzazione, sulla formazione continua, sull’assicurazione obbligatoria e sull’informazione al pubblico. Il Parlamento in un suo ramo si è già espresso a favore del progetto di legge.  L’Avvocatura già prima della crisi economica globale versava in una situazione di grave difficoltà: è diventata – ha segnalato con allarme Alpa –un ammortizzatore sociale dove i giovani trovano una prima provvisoria, precaria collocazione, in attesa di migliori fortune.  Nel corso degli ultimi anni ha subìto riduzioni progressive delle competenze a favore di altre professioni, ha subìto le vessazioni di convenzioni imposte da enti pubblici e privati comportanti remunerazioni incongrue, non può accettare l’ingresso di modalità informative proprie di una prateria selvaggia come sono diffuse in internet, non può accettare l’ingresso di soci di capitale interessati solo al profitto ma non alla protezione del segreto professionale, della qualità della prestazione, alla prevenzione dei conflitti di interesse.  Quanto alla riforma della giustizia gli avvocati non possono accettare l’estensione delle materie della mediazione obbligatoria, in attesa di una sentenza della Corte costituzionale che non si può presagire come sarà orientata, né si può accettare una riformulazione della geografia giudiziaria che proceda per criteri astratti senza considerare le reali esigenze delle sedi territoriali.
Il Consiglio – ha concluso il presidente del Cnf -invita il Governo a sostenere con impegno l’ Avvocatura perché solo attraverso di essa si possono garantire i diritti e gli interessi dei cittadini e solo mediante essa si possono assicurare le garanzie di accesso alla giustizia previste dalla Costituzione”.
Un giudizio positivo sull’esito dell’incontro è venuto dall’Aiga, l’associazione dei Giovani Avvocati. «Un incontro positivo – ha sottolineato Fabio Beconcini, vice presidente dell’Aiga - nel corso del quale il ministro della Giustizia Paola Severino ha ascoltato le nostre proposte riformatrici sulla professione forense riguardanti tirocinio, accesso, formazione continua, specializzazione e pubblicità informativa. Entro il 20 aprile – ha spiegato Beconcini - porteremo in via Arenula il nostro progetto, soddisfatti per la volontà di dialogo dimostrata dal ministro, che ha insistito sulla necessità di far prevalere il merito fra i giovani professionisti. Fra le iniziative che sottoporremo al ministero, e che hanno trovato condivisione da parte del Guardasigilli, c'è la possibilità di un numero programmato per l'accesso alla facoltà di Giurisprudenza, e il potenziamento della formazione continua, nel segno della qualità. Nel testo che faremo pervenire a Paola Severino – chiude l'Aiga – ci sarà anche la proposta di rivedere la formula tirocinante, rendendola effettiva purché svolta negli studi legali, tale da assicurare la scelta del mestiere di avvocato per vocazione e non per esclusione”.

Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti del 15.3.2012)