lunedì 19 marzo 2012

La protesta degli avvocati non si ferma

Nuove iniziative dopo il successo della manifestazione a Roma.
E da giovedì il congresso straordinario a Milano

Dopo il grande successo della manifestazione organizzata la scorsa settimana a Roma dall’'Organismo unitario dell'avvocatura, con oltre 2000 legali, con tricolori e toga, continuano le astensioni dalle udienze in tutta Italia e si moltiplicano gli incontri. “La manifestazione di Roma è stata una giornata storica - commenta il presidente dell'Oua, Maurizio De Tilla - e le prossime settimane vedranno un grande movimentismo degli avvocati italiani, stanchi, indignati e preoccupati, per l'atteggiamento di sufficienza della classe politica italiana, e per i continui provvedimenti, di questo e del precedente governo, contro la professione forense, anzi contro le libere professioni in generale. A Milano, al Congresso Straordinario (23 e 24 marzo), decideremo le prossime e plateali iniziative dell'avvocatura: un popolo di professionisti, da ieri, però è già in marcia in modo non-violento in tutta Italia per riaffermare i valori della Costituzione, per sconfiggere le logiche mercatiste che portano alla rottamazione della giustizia e allo snaturamento del ruolo dell'avvocato e del diritto di difesa.  Al ministro Severino vogliamo ribadire le nostre richieste - ricorda De Tilla - confronto per tracciare un bilancio critico del funzionamento della mediaconciliazione obbligatoria, anche in considerazione del fatto che lo stesso Guardasigilli ha ammesso che il sistema è ben lungi dal raggiungimento degli obiettivi stabiliti. Rinvio dell'entrata in vigore, previsto per il 21 marzo, della conciliazione per la materie ora escluse, condomini e incidenti, in attesa delle decisioni della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia Europea e per l'eliminazione della obbligatorietà. Sulla legge sulle liberalizzazioni: ripristino delle tariffe professionali ed esclusione della presenza di soci di capitale negli studi degli avvocati.  Infine - conclude de Tilla - serve un tavolo di confronto, con le rappresentanze dell'avvocatura per evitare la chiusura di piccoli tribunali, sezione distaccate e uffici dei giudici di pace e per discutere di riequilibrio sul territorio del servizio giustizia. Questo dialogo è sinergico al percorso indicato dal ministro, che ha delineato due fasi: la prima in cui si stabiliscono criteri oggettivi di valutazione degli Uffici territoriali, la seconda di consultazione con i soggetti interessati, e quindi con gli avvocati, l'Oua e i presidenti degli Ordini forensi delle realtà sotto osservazione”.

(Da Mondoprofessionisti del 19.3.2012)