mercoledì 14 marzo 2012

Domani 1500 avvocati in piazza

De Tilla delinea il primo bilancio di adesioni alla prevista manifestazione di Roma.
E intanto Oua, Cnf e Cassa chiedono il rinvio
della mediconciliazione obbligatoria che dovrebbe partire il 21 marzo

Oltre 1.500 avvocati in toga in piazza Cavour davanti alla Corte di Cassazione. Lo prevede Maurizio de Tilla, presidente dell'Organismo unitario dell'Avvocatura. "Le adesioni da tutta Italia - afferma - aumentano ogni giorno, il disagio e il dissenso degli avvocati cresce sempre di più, anche a causa dell'assenza di ogni volontà di dialogo da parte del Governo. Non è giustificabile questa assoluta disattenzione nei confronti delle osservazioni e delle proposte di oltre 230mila professionisti che pongono, unitariamente, quesiti importanti per il buon funzionamento della macchina giudiziaria, nonché per la modernizzazione della professione forense. Tre i nodi principali che abbiamo posto sul tavolo: contrarietà ai soci di capitale negli studi professionali, causa di evidenti conflitti di interessi con il mondo delle imprese, delle banche e delle assicurazioni, nonché di possibile inquinamento da parte delle organizzazioni malavitose. Ferma opposizione alla chiusura dei cosiddetti piccoli Tribunali e all'accorpamento degli uffici dei giudici di pace. La richiesta al ministero di via Arenula è quella di aprire un confronto con tutti gli operatori del settore evitando di lasciare intere realtà senza alcun presidio di sicurezza e legalità e al fine di puntare sul riequilibrio sul territorio di servizi essenziali per il corretto funzionamento della giustizia, investendo chiaramente sull'efficienza e sull'innovazione e il processo telematico, per esempio con i tribunali tecnologici. Infine - conclude de Tilla -, lo slittamento dell'entrata in vigore delle materie ora escluse dalla conciliazione obbligatoria, incidenti e condomini, in attesa dei pronunciamenti della Corte Costituzionale e della Corte di Giustizia Europea". Gli avvocati intanto, in una lettera congiunta di Oua, Cnf e Cassa Forense, hanno richiesto il rinvio della mediazione civile obbligatoria che dovrebbe partire il 21 marzo. In base a questo provvedimento, che si propone di concludere un progetto iniziato nel 2009 dall’allora Ministro della Giustizia Angelino Alfano, per tutti i contrasti nell’ambito condominiale e di Rca, sarà necessario passare per la mediazione civile prima di andare dal giudice. Gli avvocati vorrebbero una sostanziale revisione del sistema che regola la mediazione civile obbligatoria anche in attesa delle decisioni che deve ancora prendere la Corte costituzionale e la corte di giustizia europea.   Si tratta della seconda richiesta di rinvio. La prima era stata fatta un anno fa, per questo motivo l’obbligatorietà della mediazione civile è stata rimandata di un anno. Tuttavia, a pochi giorni dalla scadenza dell’anno di rinvio (21 marzo), l’attuazione vera e propria della mediazione civile obbligatoria non sembra essere ancora sicura.  La lettera presentata al presidente del Consiglio, è stata firmata anche dal presidente del Cnf Guido Alpa e dal presidente della Cassa Forense Alberto Bagnoli. Nel testo, che ha visto lo schierarsi congiunto di tutte le maggiori categorie del mondo dell’avvocatura, si legge: “La mediazione, nella sua funzione di strumento di risoluzione dei conflitti anteposto al procedimento contenzioso, può essere utile soltanto se introdotta volontariamente tra le parti”. Secondo quanto stabilito nel provvedimento, invece, la mediazione civile sarebbe un vincolo imprescindibile da cui dovrebbero passare la cause di condominio e assicurazione auto. Tecnicamente si tratterebbe di una “clausola di procedibilità”, per cui il giudizio rimarrebbe precluso nel caso in cui non si tenti la mediazione stessa.

Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti del 13.3.2012)