martedì 22 novembre 2011

Fino a 600 mila sentenze l’anno scritte dagli avvocati

Da 200mila a 600mila sentenze all’anno scritte dagli avvocati. E società tra professionisti senza soci di puro capitale, per garantire l’indipendenza degli avvocati chiamati alla tutela dei diritti dei cittadini.  L’Agenda dell’Officina dell’avvocatura parte da queste due emergenze, per arrivare ad affrontare anche la questione della revisione delle circoscrizioni giudiziarie e misure a favore dei giovani e delle donne avvocato. Il 17 novembre a Roma, per iniziativa del Consiglio nazionale forense, si è tenuta la prima riunione operativa dell’Officina, deliberata nella riunione di Ordini e Associazioni che si è tenuta il 12 novembre scorso presso la camera de deputati. L’obiettivo della riunione era quello di fare un giro di tavolo tra le componenti dell’avvocatura sulle priorità individuate dal Cnf e fissare un calendario di incontri su singoli temi, sui cui impegnare le commissioni di lavoro. Circa l’impegno degli avvocati a contribuire a smaltire l’arretrato civile per restituire efficienza al sistema giustizia, le stime avanzate vanno da un contributo minimo, offerto da 10mila avvocati che potrebbero esaminare i fascicoli e predisporre due sentenza a mese, per un totale di 200mila sentenze all’anno ad un impegno massimo richiesto a 30mila avvocati, che potrebbero arrivare ad evadere 600mila cause all’anno. Sulle società di capitali previste dalle legge di stabilità la posizione dell’avvocatura è chiara: i soci di capitale, per di più potenzialmente in posizione maggioritaria sono considerati un gravissimo pericolo per l’autonomia dei professionisti e per la tutela effettiva dei diritti dei clienti/assistiti. Gli avvocati diventerebbero dipendenti dei poteri economici e i cittadini non avrebbero più difensori liberi e indipendenti. “E’ utile che gli avvocati dispongano di forme aggregative di svolgimento della professione oltre all’associazione professionale. Per questo è necessario rivedere la normativa delle Stp, in vigore dal 2008, per renderle appetibile anche dal punto di vista fiscale”, ha riferito Alpa, che ha evidenziato tutte le contraddizioni e le incognite contenute nella legge di stabilità sul punto specifico.

(Da Mondoprofessionisti del 21.11.2011)