martedì 22 novembre 2011

Adesso siamo fritti!!!

La madrina della mediaconciliazione
e il nemico giurato degli ordini nel governo

Augusta Iannini, madre e madrina della Media conciliazione obbligatoria e Antonio Catricalà, ex Presidente della Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, storico sostenitore della concezione delle professioni intese come imprese commerciali e non certo amico degli Ordini Forensi. A Torino, il Dr. Catricalà, in occasione del 46° anniversario del notariato ha affermato che la liberalizzazione delle professioni potrebbe portare ed un aumento del 1,5% del PIL, ovvero 18 miliardi di Euro in pochi anni. Ha sostenuto che occorre integrare gli Ordini con i “rappresentanti dei consumatori” ed anticipare il più possibile il tirocinio. Ha aggiunto che bisogna riformare le professioni e non restare legati agli esami di abilitazione che non sono sempre garanzie di qualità. Vincenzo Boccia v.Presidente di Confindustria ha chiesto di mettere da parte le tariffe minime perché le imprese sonno riconoscere tra un costo ed un investimento e sanno dare un valore alle prestazioni professionali. Il più onesto è stato il direttore della Agenzia delle entrate Attilio Befera, anche egli cooptato nel nuovo governo, ha riconosciuto che il notariato (e l'Avvocatura diremo noi) è quello che più contribuisce alla copertura della spesa pubblica ed ha aggiunto: “Io rappresento il socio di maggioranza dei vostri studi”. Il Presidente dell'Antitrust, (pur disponendo 277 dipendenti - ed insegnando pure in una scuola forense – come ha affermato Mario Calderone Presidente del CUP) non ha mai presentato uno studio economico-statistico a prova delle sue affermazioni. Per quanto riguarda le tariffe (che riguardano non solo le imprese, ma tutti i cittadini) minime e massime esse sono una garanzia per le parti più deboli nei confronti delle parti più forti e così pure gli Ordini quando esplicano il potere disciplinare. Non è inutile aggiungere che se aboliamo gli Ordini e la loro funzione disciplinare nei confronti degli avvocati, questo potere disciplinare verrebbe automaticamente affidato alla magistrature civile ed a quella penale con la conseguenza che l'avvocato che deve difendere i cittadini si troverebbe spesso in conflitto con i giudici e pubblici ministeri che lui, per la ragione del suo ufficio, è chiamato a contrastare. E questo sarebbe un gravissimo limite alla libertà ed indipendenza dell'avvocato durante la difesa del cittadino nei confronti della pubblica accusa.Purtroppo da queste riforme, tutt'altro che liberali, c'è da avere paura. I poteri forti, la vera casta del potere che comandava di fatto sotto tutti i Governi ed i ministri senza peraltro rispondere nei confronti del popolo in quanto il loro potere passava tramite i rappresentanti eletti, ora, avendo occupato anche il posto di questi ultimi il loro potere è assoluto ed irresponsabile. Rimane il Parlamento, ultima spes. Ma è necessario ora fare testuggine, ma agire con flessibilità: Occorre che i Presidenti del CNF e dell' OUA vadano a colazione insieme ed agiscano all'unisono come fosse vera l'affermazione fatta di Bruno Vespa in una recente trasmissione in cui ha detto che l'Avvocatura è una delle fortissime caste o lobbies.

Paolo Emilio Comandino (da Mondoprofessionisti del 22.11.2011)