mercoledì 12 ottobre 2011

Riforma forense, invasioni di campo

Come ho detto mesi fa parlando del dodo, nutro sincero affetto, sul piano personale, per Guido Alpa, e, date le eccezionali circostanze di deficit nell’OUA di contenuti politicamente praticabili, ho perfino ritenuto comprensibile un certo grado di iniziativa del presidente del CNF nello stimolare l’uscita dallo stallo generatosi tra avvocatura e politica. Tuttavia sono costretto a segnalare un’usurpazione di funzioni, o quanto meno un’invasione di campo quando il medesimo afferma che il CNF “sostiene la riforma” con riferimento al ddl C3900.  Naturalmente il Presidente Guido Alpa ha diritto a esprimere le proprie autorevoli opinioni sulla politica forense, tuttavia il CNF non ha alcun titolo per “sostenere” politicamente alcun testo in corso di esame parlamentare: suo compito istituzionale è, se e dove richiesto dal ministro o dalle commissioni parlamentari, rendere un parere tecnico non vincolante su norme che riguardino gli avvocati. Insomma, de jure nel processo legislativo il CNF è l’ausiliare eventuale del legislatore, non l’avvocato che rappresenta gli interessi della parte destinataria della normativa. Questo compito è invece proprio delle rappresentanze dell’avvocatura, di quelle associative e soprattutto di quella unitaria, che è espressione del Congresso nazionale, unica assise che possa essere fonte di rappresentanza di politica forense in quanto risponde nella sua composizione e statuto ai criteri di democraticità e proporzionalità. Perciò, pur con dispiacere personale, sono costretto a chiedere che per questo intervento al Presidente Alpa sia fischiato il fallo. Non mi arrogo il diritto di sventolare cartellini di un qualunque colore, ma il fallo c’è, e questa volta senza se e senza ma. Debbo poi smentirlo nel merito: è contrario al vero che un’unica associazione (ANF n.d.r.) “sia contraria alla riforma per attaccare il CNF”, per esempio, se si affaccia su facebook, troverà migliaia di giovani avvocati in rivolta contro quella legge, il gruppo si chiama MGA (acronimo di mobilitazione generale avvocati): senza acrimonia suggerisco di leggere e praticare l’ascolto con grande attenzione, quanto è successo nel maghreb può succedere anche nell’avvocatura italiana. Quindi non sottovaluterei il fenomeno. Ma questi sono solo i colleghi più freschi e i più arrabbiati. Perfino De Tilla, nel suo rapsodico procedere, ha apertamente dichiarato il mancato gradimento per questo ddl, che nemmeno all’Aiga piace, a meno che (ma non credo affatto) non cambino idea proprio a fine ottobre. E posso testimoniare che anch’io e altri colleghi a titolo personale riteniamo il ddl C3900 da gettare là dove il progetto CNF fu gettato dal congresso nazionale forense di Palermo nel 2003, per le motivazioni ivi addotte. Non posso parlare per gli altri, ma siccome sono certo di non voler attaccare il CNF, che mi invece è assai caro nelle sue precipue funzioni di giudice domestico e custode della deontologia, ritengo più probabile che una critica così diffusa e variegata riguardi proprio i contenuti, e non il Consiglio. E posso anche affermare, senza tema di essere smentito –  disponendo delle stesure originarie, peraltro pubbliche, del testo da cui sono stati estrapolati – che i principi della manovra (art. 3 dl 138/11) sono sul piano logico e sistematico assolutamente antinomici col ddl C3900, e tentare di coniugarli è un incrocio tra la tela di Penelope e il masso di Sisifo: bisognerebbe smantellare e riscrivere più della metà della normativa. D’altronde il primo vuol disegnare una legge quadro per tutte le professioni ordinistiche, l’altro una legge speciale a prescindere…parliamo quindi di diavolo e acqua santa.   Perciò, benché non sia mai stato iscritto o simpatizzante di ANF, tale associazione e le altre che si oppongono al ddl C3900 hanno il pieno sostegno e solidarietà di questo avvocato di provincia nell’opposizione a quell’ottocentesco sistema castale, concepito decenni fa per uno stato nazionale chiuso e del tutto inidoneo ad essere calato in nella società transnazionale aperta del terzo millennio.

Giuseppe M. Valenti (da Mondoprofessionisti dell’11.10.2011)