sabato 22 ottobre 2011

Il mercato è selvaggio ed il merito ha poca dignità

di Giuseppe Sileci (presidente uscente AIGA)

«Ci inorgoglisce sapere che la nostra professione rappresenta una “cerniera” tra il potere pubblico dello Stato ed il diritto privato dei singoli cittadini, però inviterei quanti parlano di questione giovanile a farsi una passeggiata per i corridoi di un medio tribunale italiano, e ad osservare i volti di tanti giovani avvocati, oppure ad ascoltare le loro storie: solo così capirebbero l’avvilimento di chi quotidianamente si misura con rinvii sul ruolo di un anno per assenza del magistrato, con una edilizia giudiziaria che non solo non offre i servizi essenziali, ma molto spesso neppure la capienza necessaria per contenere migliaia di fascicoli, con un personale amministrativo oramai rassegnato a lavorare in condizioni degradanti perché senza stimoli, senza aspettative e sottodimensionato, con un mercato sempre più affollato e sempre più selvaggio, nel quale le capacità ed i meriti non hanno alcuna dignità».
È un passaggio della relazione di Giuseppe Sileci, presidente dell'Aiga, l'Associazione italiana dei giovani avvocati, che ha introdotto, ieri (giovedì, NdAGANews) pomeriggio a Catania, il XXI congresso dei legali under45, che proseguirà fino al 23 ottobre.
Fra i temi d'attualità che riguardano il settore della giustizia e l'avvocatura, Sileci ha parlato del disegno di legge di riforma della professione forense, attualmente all'esame della Camera, sostenendo che «in questi tre anni abbiamo sostenuto il provvedimento, consapevoli sia del fatto che fosse la migliore mediazione possibile tra tutte le componenti dell’avvocatura sia del fatto che, proprio perché frutto di un compromesso, avrebbe dovuto costituire non un punto di arrivo, bensì di partenza in vista del superamento di alcuni tabù: l’esercizio della professione nella forma della società di capitali, o come lavoratore dipendente. Oggi, però – ha proseguito il presidente dell'Aiga – si aprono nuovi scenari, che allontanano i tempi di approvazione del ddl già licenziato dal Senato e, forse, fanno svanire del tutto la possibilità che quel testo si traduca in legge».

(Da Mondoprofessionisti del 21.10.2011)