sabato 8 ottobre 2011

Avvocati da Nord a Sud contro manovra

Gli avvocati scendono in campo per difendere la loro categoria e l'esistenza dell'ordine professionale contro gli interventi sulla giustizia contenuti nella manovra economica, varata quest'estate dal Governo, ma anche contro il "Manifesto delle Imprese" promosso nei giorni scorsi da Confindustria, che auspica la liberalizzazione delle professioni, compresa quella forense.
Due giorni di manifestazioni in più di 100 città. Gli avvocati proprio non ci stanno e così fanno sentire la loro protesta con incontri, assemblee, manifestazioni, convegni e dibattiti. Nel mirino c'è innanzitutto la riduzione dei tribunali. Già, perchè secondo Maurizio De Tilla, presidente OUA, la misura è stata inserita nella manovra con una procedura da lui definita "incostituzionale". Infatti, secondo il presidente, "con un emendamento è stata introdotta una materia che è del tutto estranea alla manovra economica e senza peraltro che vi sia stato un confronto con le categorie interessate". Ma il dissenso non è solo sul metodo.
"La giustizia di prossimità va riorganizzata". Gli avvocati non escludono l'accorpamento degli uffici giudiziari come extrema ratio, ma non condividono che si debba partire dalla riduzione dei tribunali, tant'è che su questo punto affermano di pensarla come il Presidente della Repubblica, secondo cui "è necessaria una rimodulazione 'non traumatica' dell'attuale geografia giudiziaria".
Gli avvocati vogliono un "new deal" per la giustizia. 4 i manifesti in cui hanno sintetizzato le loro proposte per ridare competitività al Paese:
- riorganizzare sul territorio gli uffici di primo grado, ridistribuendo all'interno di ciascuna corte di appello o regione il carico di lavoro, il territorio e l'organico;
- utilizzare al meglio i 7 miliardi e mezzo di spesa per la giustizia;
- introdurre rapidamente il processo civile telematico,
- diffondere le best practice già applicate con successo in diversi tribunali,
- reinvestire tutto il gettito del contributo unificato nel settore giustizia,
- abolire con una certa urgenza l'obbligatorietà della media-conciliazione "incostituzionale e non in linea con le direttive europee",
- riformare la magistratura laica.
Ma non è tutto.
Gli avvocati non possono essere assimilati alle imprese. Pur di abbattere la montagna di processi pendenti, la categoria si dice pronta a mettere a disposizione per i prossimi 3-4 anni 15mila avvocati selezionati per smaltire l'arretrato per cause però sino a un valore di 20-30mila euro. Ma su un punto non si torna indietro: "l'avvocatura ha diritto a un'autonoma riforma della professione forense".
Da Palermo a Milano gli avvocati si mobilitano per denunciare l'attacco alla loro professione. "Oggi lanciamo un grido di allarme perché vengono messi a rischio la qualità della professione e i servizi offerti ai cittadini. L'avvocatura vuole dare anche un segnale di unità: in passato abbiamo commesso l'errore di dividerci e isolarci su temi importanti. Oggi siamo consapevoli dell'importanza di portare avanti una protesta unitaria".  E' con queste parole che il presidente dell'Ordine degli avvocati di Palermo - Francesco Greco - richiama la categoria alla compattezza e vuole informare i cittadini del disagio vissuto (cfr. AGANews di ieri). "Gli avvocati - aggiunge - rivendicano un ruolo sociale, non sono imprenditori ma sono l'unica categoria in grado di tutelare i diritti dei cittadini sanciti costituzionalmente".
Contestato il tentativo di liberalizzare la professione forense, così come previsto dall'art. 3 della manovra. Infatti, prosegue il presidente Greco: "stiamo assistendo ad una vera e propria aggressione nei confronti delle professioni, come quella di avvocato, da parte di Confindustria, che ha puntato la sua attenzione ai servizi ai cittadini, che devono continuare ad essere svolti da professionisti e non da imprese che operano solo con la logica e l'obiettivo del profitto".
A scendere in campo anche gli avvocati lombardi. Aprendo la conferenza stampa organizzata convegno dall'Unione lombarda dei consigli dell'ordine degli avvocati e tenutasi stamane (ieri, NdAGANews) presso il Tribunale meneghino, Paolo Giuggioli ha spiegato: "Noi contestiamo il manifesto firmato da Confindustria, noi non vogliamo essere assimilati alle imprese e l'esistenza del nostro ordine professionale è necessaria per la tutela dei cittadini".  Secondo il Presidente dell'Ordine degli avvocati di Milano, "la liberalizzazione dell'avvocatura non darebbe un migliore servizio, perché ci sarebbe un ingresso indiscriminato di soggetti nella professione". Sarebbe quindi "indispensabile in questo momento avviare delle iniziative per rivendicare il ruolo insostituibile dell'avvocato e la sua valenza per l'interesse pubblico". Per questo, l'Unione Lombarda sta preparando un manifesto da pubblicare sui media "per segnalare l'attività svolta dall'ordine".

(Da avvocati.it del 7.10.2011)