sabato 18 febbraio 2012

Infiltrazioni, costruttore paga anche danno non patrimoniale

Il costruttore-venditore paga anche il danno non patrimoniale per le infiltrazioni d'acqua nella casa nuova. Il risarcimento all'acquirente "copre" la lesione del diritto costituzionale a vivere in un ambiente salubre

C'è anche la voce del danno non patrimoniale nel risarcimento liquidato all'acquirente dell'immobile che appena entrato nella casa comprata direttamente dal costruttore si ritrova già assediato da infiltrazioni d'acqua e macchie d'umido sul soffitto, compreso quello della camera da letto dei figli.     
Accanto al pregiudizio di natura pecuniaria, deve infatti essere ristorata anche la lesione del diritto a vivere in un ambiente salubre. Ê quanto emerge da una sentenza pubblicata dal tribunale di Brindisi, sezione distaccata di Ostini (giudice Antonio Ivan Natali).
Lex aquilia
Non c'è dubbio che in caso di gravi difetti dell'opera il costruttore venditore risponda a titolo extracontrattuale:
la responsabilità non è infatti correlata al contratto di compravendita ma ha natura aquiliana perché riguarda la sicurezza e l'incolumità di chi abita l'immobile; la norma di cui all'articolo 1669 Cc è sì collocata nell'ambito del contratto di appalto, ma configura un'ipotesi extracontrattuale dal momento che la responsabilità supera i confini del negozio in cui pure in qualche modo trova origine risultando tuttavia riconducibile a una violazione di regole primarie attinenti l'ordine pubblico. Evidente è la necessità di rifondere il danno patrimoniale all'acquirente che ha appena finito di pagare i lavori nella casa nuova e già si ritrova la muffa alle pareti. Meno scontata è la condanna al risarcimento del danno patrimoniale: il diritto costituzionale a vivere in un ambiente sano, spiega il giudice, deve ritenersi esteso al focolare domestico. Ê vero: nel caso delle infiltrazioni d'acqua non si può parlare di danno biologico, nella comune accezione di lesione della integrità psicofisica della persona. I residenti nell'immobile umido, tuttavia, hanno diritto al riconoscimento della rifusione di un'altra voce che rientra nel pregiudizio di natura non patrimoniale, vale a dire il danno da mancato e pieno godimento dell'abitazione: è innegabile che le infiltrazioni sulle pareti e sul soffitto incidono negativamente sulle condizioni di abitazione e dunque di esistenza degli attori e quindi su valori costituzionalmente tutelati. Il relativo ristoro è liquidato in via equitativa in 3 mila euro, che si aggiungono ai 5.300 euro riconosciuti a titolo di danno patrimoniale, più le spese di giudizio. 


Dario Ferrara (da cassazione.net)