mercoledì 18 dicembre 2013

L'Oua boccia il pacchetto giustizia

"Un passo indietro verso 
la rottamazione della giustizia civile”

Duro il giudizio dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura sul pacchetto per la giustizia civile, varato ieri dal Consiglio dei ministri. L’Oua nei prossimi giorni renderà pubblico anche un documento complessivo di analisi e di proposte che verranno inviate al Parlamento.  Per Nicola Marino, presidente Oua, l’intervento del Governo dimostra l’assenza di una strategia di riforma efficace del processo civile e una totale “ignoranza” sui reali problemi che investono imprese e cittadini: «È un passo indietro, sempre nella direzione della rottamazione della nostra giustizia civile. Le principali misure contenute nel ddl di legge delega sono state “vendute” ai mezzi di comunicazione come il rimedio alle evidenti lungaggini dei procedimenti nel nostro Paese, ma in realtà sono una “lista della spesa” infarcita di norme sbagliate ed inutili come sempre a “costo zero” (come si precisa nell’ultimo articolo del ddl )».  Il presidente dell’Oua quindi, va nel merito del testo: «Inaccettabile la motivazione a pagamento assolutamente in contrasto con l’articolo 111 (comma 6) della Costituzione. Così si limita la possibilità per una vittima di poter ricorrere contro una sentenza sbagliata, se non pagando ulteriormente per la tutela di un diritto. Giudizio negativo anche per la previsione del giudice unico in appello per alcune materie e per le cause pendenti da oltre tre anni: anche in questo caso assistiamo a una maggiore decisionalità in capo al magistrato e, visto l’enorme arretrato, di fatto ritorneranno in campo proprio quegli “ausiliari”, oltretutto mai assunti e sui cui criteri di qualità nel reclutamento vi sono parecchie criticità. Sul cosiddetto “appello veloce”: si punta sulla riduzione della capacità di revisione da parte del magistrato, che viene spinto a rifarsi direttamente a quanto stabilito nel precedente grado senza analisi critica.  Inoltre, in questa visione “kafkiana” del processo, il magistrato può anche decidere se una causa è “temeraria”, o no. A scapito di un avvocato che si vedrebbe costretto a pagarne economicamente le conseguenze in solido con il proprio cliente che, oltretutto, è il titolare del diritto in contestazione. Quindi, un altro enorme potere di decisione affidato alla discrezionalità o arbitrarietà giudice. Infine, sinteticamente: negativa la valutazione sugli articoli relativi ai beni pignorati e alle garanzie mobiliari: il Governo nel comunicato che ha reso pubblico ha dimenticato di segnalare che per i cittadini-creditori aumenteranno i costi. Così da essere vittime due volte. Purtroppo – conclude Marino – questo Governo invece di costruire e definire riforme efficaci per il buon funzionamento della giustizia, insiste nell’assoluta mancanza di volontà di dialogo con l’avvocatura, privilegiando la ricerca di titoli ad effetto, non ultimo “Destinazione Italia”. Dove è finito il processo telematico, per fare solo un esempio? In questo modo, non solo non saremo in grado attrarre le imprese straniere, ma faremo scappare anche quelle italiane. Questo nuovo “processo incivile” è un danno per tutti i cittadini. Ci rivolgiamo al Parlamento: si intervenga e si modifichi questo provvedimento».

(Da Mondoprofessionisti del 18.12.2013)