giovedì 7 marzo 2013

Spese dopo distacco da riscaldamento centralizzato

Il contributo alle spese di esercizio e di manutenzione straordinaria di chi ha operato il distacco dall’impianto di riscaldamento centralizzato continua a costituire materia controversa e dibattuta. La legge di riforma del settore ha recepito i principi affermati più volte dalla Cassazione: il singolo che intende distaccarsi dal centralizzato può farlo senza il benestare dell’assemblea, se dal suo distacco non derivano notevoli squilibri di funzionamento o aggravi di spesa per gli altri. In tal caso chi rinuncia è tenuto a concorrere al pagamento delle sole spese per la manutenzione straordinaria dell’impianto e per la sua conservazione e messa a norma.
La riforma, che entrerà in vigore il 18 giugno, tace però sull’eventualità qui analizzata. La domanda che si pone, infatti, è questa: il condomino che legittimamente opera il distacco dall’impianto centralizzato di riscaldamento condominiale è tenuto a pagare le spese straordinarie di manutenzione del medesimo e quelle di esercizio, anche se non potrà mai più riallacciarsi? La Cassazione civile, con la sentenza 10 maggio 2012 n. 7182, dà una risposta a un caso simile: l’impianto centralizzato dopo il distacco dell’appellante era stato sostituito e dimensionato in ragione delle effettive esigenze di riscaldamento dell’edificio. Anche volendo, quindi, il partecipante che si era distaccato non si sarebbe più potuto riallacciare all’impianto. Per questo, secondo i giudici togati, non c’era nessuna ragione per cui dovesse partecipare alle spese straordinarie di manutenzione del nuovo impianto, sul quale perdeva ogni diritto di comproprietà.

La Cassazione ha aderito alla tesi espressa in secondo grado che escludeva la partecipazione del condomino distaccato alle spese ordinarie e straordinarie, “in quanto il ridimensionamento della nuova caldaia per le sole esigenze dei rimanenti condomini escludeva alcuna possibilità di fruizione di tale impianto, con conseguente impossibilità di eventuali riallacci”.

Patrizia Pallara (da ilsalvagente.it)