venerdì 9 novembre 2012

No alla reintroduzione della mediazione obbligatoria

L’Unione Nazionale delle Camere Civili scrive al Guardasigilli

Illustre Ministro,
a seguito del comunicato stampa 24 ottobre u.s., con il quale la Corte Costituzionale ha reso noto di aver dichiarato incostituzionale, per eccesso di delega, il decreto legislativo 4/3/2010 n.28, nella parte in cui era previsto il carattere obbligatorio della mediazione, si è letteralmente “scatenata” la reazione di tutti gli organismi di mediazione costituiti da privati, con scopi meramente speculativi, che vedono frustrate le loro aspettative di lucro ai danni dei cittadini. Secondo quanto riferito da notizie di stampa, alla Camera dei Deputati sono stati ora presentati alcuni emendamenti al “Decreto Stabilità”, volti a reintrodurre la mediazione obbligatoria, riproducendo pressoché pedissequamente l’attuale formulazione dell’art. 5 del decreto legislativo n.28/2010, dichiarato incostituzionale dalla Corte. Certo sarebbe stato prudenziale se, visto il ricorso proposto al TAR Lazio dalla nostra Unione Nazionale (in parallelo all’altro ricorso proposto dall’OUA), e soprattutto vista l’ordinanza del medesimo TAR Lazio, di remissione degli atti alla Corte Costituzionale, fosse stata sospesa – come da noi insistentemente richiesto – l’entrata in vigore della mediazione obbligatoria, nell’attesa della pronuncia della Corte Costituzionale. Così, purtroppo, non è stato ed in un momento di forte crisi economica del nostro Paese, non meraviglia che vi siano stati soggetti privati che abbiano cercato (anche questo come da noi subito denunciato) di trasformare la mediazione obbligatoria in un “business” ai danni del povero cittadino che cerca tutela ai propri diritti. Ciò non toglie che sarebbe ora veramente gravissimo se venissero approvati gli emendamenti proposti, di reintroduzione della mediazione obbligatoria. Ciò, quantomeno, per un triplice ordine di motivi:
1) la Corte Costituzionale non ha ancora depositato la sua sentenza e non se ne conosce quindi quale sia il suo contenuto, solo sinteticissimamente anticipato dal comunicato stampa. Si rischia perciò di riproporre il vecchio testo legislativo, superando “forse” formalmente l’originaria carenza di delega, ma magari in contrasto con indicazioni della Corte Costituzionale, che è stata investita dal nostro ricorso e dall’ordinanza dal TAR Lazio da complesse ed articolate censure di legittimità costituzionale, che entrano nel merito stesso del decreto legislativo, a proposito, ad esempio, della contemporanea presenza dell’obbligatorietà della mediazione e della, non solo simbolica, onerosità della stessa. Sarebbe quindi, dal punto di vista giuridico, un obbrobrio ed una forzatura che farebbe figurare male sia il Parlamento che il Governo.
2) La mediazione obbligatoria, così come concepita, non rispetta il diritto dei cittadini all’accesso alla Giustizia e li costringe ad inutili esborsi e perdite di tempo. Per questo i risultati positivi sono stati così modesti, mentre risultati migliori sono stati ottenuti nei casi in cui il cittadino abbia accettato la mediazione e abbia dato la sua volontaria disponibilità a partecipare alla procedura. Giustamente, quindi, abbiamo letto sulla stampa, che le Sue prime reazioni sono state quelle di incentivare la mediazione volontaria.
3) Come la Corte Costituzionale ha rilevato in precedenti occasioni ed ha fatto presente il Presidente della Repubblica, inserire l’emendamento nell’ambito della “Legge stabilità” sarebbe del tutto improprio, in quanto si tratta di materia non organica a detto provvedimento legislativo e del tutto avulsa dallo stesso.
Contiamo, quindi, sul Suo autorevole intervento, affinché venga evitata questa “manovra” meramente speculativa, e l’Unione Nazionale delle Camere Civili, confermando al sua piena disponibilità ad un sereno dialogo con Lei e il Suo Ministero (che sembra possa dare buoni frutti) ed evitando le precedenti contrapposizioni (che come si vede portano poi a pronunce di incostituzionalità), Le chiede, mio tramite, un incontro urgente, al fine di valutare concrete e serie proposte che possano ridurre il carico della Giustizia civile, con la collaborazione dell’Avvocatura e senza alcun intento “mercantilistico” e speculativo. Certo del Suo autorevole intervento e nell’attesa di Suo cortese ed urgente riscontro, Le invio i più cordiali saluti.

(Da Mondoprofessionisti dell’8.11.2012)