martedì 6 novembre 2012

La guerra della mediaconciliazione

Gli avvocati contro Vespa che li accusa per aver fatto abolire l'obbligatorietà
La lobby dei mediatori presenta emendamenti per la reintroduzione dell'obbligo

A quasi quindici giorni dopo la decisione della Consulta non accenna a placarsi la polemica sulla sentenza della Corte Costituzionale che ha dichiarato incostituzionale l’obbligo della mediazione. Dopo l’aggressione della segretaria del presidente dell’Oua, Maurizio de Tilla, affrontata da alcuni avvocati che accusavano de Tilla “di avere tolto loro del lavoro”, le lobby hanno già messo in campo il loro peso politico per introdurre nuovamente l'obbligatorietà. Confortate dalle dichiarazioni di Bruno Vespa durante la trasmissione di Porta a Porta sulla mediazione e sui presunti doppi fini della contrarietà dell'avvocatura all’istituto. Vespa aveva esordito senza peli sulla lingua: "Oggi la Corte Costituzionale – aveva detto il 23 ottobre all’indomani della sentenza della Consulta - ha dichiarato incostituzionale la mediazione obbligatoria: benissimo, la mediazione obbligatoria serviva ed era già servita l’anno scorso - dati del Ministro Severino all’ultima inaugurazione dell’anno giudiziario - a far scendere i processi civili. Ne abbiamo, credo, tredici milioni tra penali e civili di processi in Italia: è stata dichiarata incostituzionale e non ne farete un’altra perché gli avvocati ve lo impediranno. Gli avvocati guadagnano sui processi lunghi: se durano 10 anni. . . . Io ho risolto una causa di mediazione, quando non era ancora obbligatoria: due sedute due! Se ci facevo causa durava 10 anni, ma il Parlamento …… la lobby degli avvocati …. Ma possiamo andare avanti così, con le lobby? E gli avvocati, i giornalisti, i farmacisti, i notai….. E che cavolo!". Dichiarazioni pesanti giudicate dal Cnf “«apodittiche e non realistiche”. Il Cnf “stigmatizza duramente le considerazioni ingiustificate e false per le quali l'avvocatura sarebbe interessata ad allungare le cause per godere di rendite di posizione». Di qui le critiche a Vespa: «Quel che però traspare dalle considerazioni è l'apparente disprezzo per la funzione e il ruolo costituzionale dell'avvocatura, come garante dell'esercizio del diritto di difesa”.  Da parte sua, l’Oua, ha dato mandato al Presidente e alla Giunta “affinché attuino ogni iniziativa opportuna in sede giudiziaria e disciplinare nei confronti del Dott. Bruno Vespa”, ritenendo che le dichiarazioni del giornalista,  dichiarazioni sono offensive e denigratorie nei confronti degli Avvocati, del Parlamento e, vieppiù, della Corte Costituzionale, che si è appena pronunciata sull’incostituzionalità della mediazione obbligatoria. D’altra parte l'eccessiva durata dei processi non è in alcun modo addebitabile agli Avvocati, visto che risiede in carenze strutturali degli uffici, nella mancanza di risorse e di giudici, nella superfetazione di leggi e decreti che complicano l'attività dell'interprete, e in mille altre ragioni rispetto alle quali l'avvocato è estraneo”.

Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti del 5.11.2012)