venerdì 10 giugno 2011

Specializzazione forense addio

Il Tar Lazio annulla il regolamento del CNF
ritenendo la materia coperta da riserva di legge.
ANF: Alpa si dimetta

Il Tar del Lazio ha annullato il 'Regolamento per il riconoscimento del titolo di avvocato specialista', approvato il 24 settembre scorso dal Consiglio Nazionale Forense. La prima sezione presieduta da Giorgio Giovannini, ha accolto infatti tre ricorsi proposti da quasi settanta Avvocati che hanno sostenuto l'illegittimita' di un regolamento che, a partire dal prossimo 20 giugno, avrebbe introdotto e disciplinato le condizioni e le modalita' per il riconoscimento e il mantenimento del titolo di 'avvocato specialista'. Secondo i ricorrenti, tutto sarebbe stato lesivo della loro professionalita', in quanto, il provvedimento del Cnf, senza alcuna base normativa, avrebbe tra l'altro realizzato una vera e propria riforma dell'ordinamento professionale. Il Tar sottolinea nella sua sentenza come esistente un quadro normativo 'dal quale emerge graniticamente - si legge nelle sentenze - che la materia e' riservata al legislatore statale', e osserva che il legislatore non ha 'riformato direttamente l'ordinamento della professione forense' prevedendo l'istituto delle specializzazioni, ne' attribuito al Cnf 'la competenza ad adottare in via regolamentare la disciplina delle specializzazioni della professione legale'. Da cio', il fatto che per i giudici 'non e' dato comprendere da quale fonte normativa il Cnf abbia derivato la potesta' di creare ex novo una figura professionale precedentemente non contemplata dal vigente ordinamento'. 'Il Tar ha colpito con la massima delle sanzioni possibili la unilaterale determinazione del Cnf - ha commentato l'avvocato Antonino Galletti, legale di 45 ricorrenti, ma anche coordinatore della Commissione di diritto amministrativo dell'Oua e presidente dell'associazione 'Azione Legale' - Meglio sarebbe stato dar seguito alle indicazioni dell'ultimo congresso nazionale, dove la stragrande maggioranza dei delegati ha chiesto la revoca o l'annullamento del regolamento. Non esiste nessuna chiusura aprioristica verso le specializzazioni, bensi' la forte determinazione degli Avvocati di non subirle in ragione di una determinazione verticistica, bensi' di discuterne assieme con gli Ordini e le associazioni forensi visto l'impatto significativo sulla nostra vita professionale'.  Durissima la reazione dell’Associazione Nazionale Forense: “chiediamo al Presidente del CNF, Guido Alpa – dice il segretario nazionale dell’Associazione Nazionale Forense, Ester Perifano - di compiere un atto di grande responsabilità e di rassegnare le proprie dimissioni, un passo assolutamente necessario per favorire  la ripresa di un vero dialogo unitario all'interno dell'avvocatura. La sentenza del TAR – aggiunge Perifano -  non sorprende, anzi conferma quello che ANF va dicendo da tempo, ovvero che il CNF ha avuto la pretesa di esercitare illegittimamente una potestà regolamentare che non ha e non ha mai avuto. È gravissimo – sottolinea il segretario dell’ANF -  che il  massimo organo istituzionale degli avvocati, il Consiglio Nazionale Forense, non solo abbia forzato la legge, pretendendo di superarla, ma, di fronte ad un Congresso Nazionale che lo invitava con una mozione approvata a larga maggioranza a ritirare l'atto illegittimo, abbia confermato ostinatamente una scelta infausta, ritenendosi al di sopra della volontà dell'unica, legittima rappresentanza degli Avvocati italiani. La sentenza del TAR segna con tutta evidenza il capolinea di una lunga stagione, quella di Guido Alpa, che, perseguendo scelte che, alla lunga, si sono rivelate del tutto errate, ha contribuito ad aggravare la condizione, non rosea, degli avvocati italiani , peraltro dividendoli pericolosamente. Un’opposizione tiepida ad una legge incostituzionale come quella sulla conciliazione obbligatoria, la miopia politica dimostrata nel voler difendere a tutti i costi un regolamento sulle specializzazioni  chiaramente illegittimo, la costante delegittimazione della rappresentanza politica unitaria che l'avvocatura si è data secondo regole democratiche mai superate, una proposta di riforma dell'ordinamento forense non condivisa e anzi osteggiata da una base sempre più consapevole delle trappole che contiene, impongono un immediato cambio di rotta: occorre subito uno shock salutare per affrontare con coesione e maggiore serenità le sfide che attendono gli avvocati italiani, a partire dalle modifiche alla legge sulla media conciliazione ” – conclude Perifano. E il presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, Maurizio de Tilla, auspica “che adesso si lavori per una soluzione legittima e condivisa da tutti. Il sistema delle specializzazioni è benvenuto ma deve avere come scopo principale l’alta preparazione degli avvocati. Il percorso dovrà essere serio ed articolato e dovrà riguardare principalmente la giovane avvocatura. Ma le vere battaglie degli avvocati – conclude – in questa fase sono ben altre: il riconoscimento dell’avvocatura come soggetto costituzionale, l’inserimento del numero chiuso alla facoltà di giurisprudenza, l’eliminazione dell’obbligatorietà della mediaconciliazione ed infine l’assetto positivo e strutturato della macchina giudiziaria secondo il decalogo formulato dall’OUA in sede di Patto per la giustizia intercorso con l’Anm». Il Cnf, in una nota, prende atto della  decisione del Tar Lazio che ha ritenuto coperta da riserva di legge la materia delle specializzazioni forensi e sottolinea la necessità di esaminare con calma la motivazione della sentenza. Il regolamento sulle specializzazioni è necessario  per qualificare la formazione professionale degli avvocati e risponde anche all’esigenza di natura deontologica di assicurare la massima tutela degli interessi degli assistiti. Il diploma si somma ai titoli di varia natura che gli avvocati, al fine di qualificarsi, possono liberamente e volontariamente conseguire.  Il Cnf invita quindi il parlamento e il governo a dare nuovo impulso alla riforma forense, che ormai langue da troppi mesi in commissione giustizia della camera, dopo essere stata approvata con ampia maggioranza al senato.

(Da Mondoprofessionsti del 10.6.2011)