venerdì 13 maggio 2011

Replica degli avvocati a commercialisti e mediatori

 GIUSTIZIA, SULLA MEDIACONCILIAZIONE OBBLIGATORIA L’OUA
REPLICA A COMMERCIALISTI E RAPPRESENTANTI DEI MEDIATORI:
IL RISPETTO DELLA COSTITUZIONE, DELLE NORME EUROPEE
E DEI DIRITTI DEI CITTADINI DOVREBBE PREVALERE
 SULLE LOGICHE DI AFFARI E CORPORATIVE

MAURIZIO DE TILLA, OUA: “LA MEDIACONCILIAZIONE RIMANE OBBLIGATORIA
E IL DECRETO LEGISLATIVO È ALL’ESAME DELLA CORTE COSTITUZIONALE.
GLI AVVOCATI NON BARATTANO I DIRITTI DEI CITTADINI
PER LA PRESENZA NECESSARIA DEL LEGALE”

Il presidente dell’Oua, Maurizio de Tilla, replica alle dichiarazioni rilasciate dal presidente dei dottori Commercialisti, Claudio Siciliotti e dall’avvocato Lorenza Morello, sull’ipotesi di accordo sulla mediaconciliazione tra il Ministro della Giustizia Alfano e il Cnf e alcuni presidenti di Ordini forensi: «Sia chi sostiene di aver raggiunto un buon accordo, il Ministro Alfano e una rappresentanza forense (Cnf, ecc) e sia chi lo contesta, cioè commercialisti, in testa il presidente Siciliotti, nonché la galassia del business della conciliazione, tra cui l’avvocato Lorenza Morello, dimenticano due questioni: la prima è che il decreto legislativo (n.28/2010) è sotto l’esame della Corte Costituzionale, la seconda che questo sistema non rispetta l’articolo 47 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea. Non solo, ed è bene ricordarlo, alla prima ordinanza al Tar del Lazio seguiranno molte altre ordinanze nei prossimi mesi di altri giudici ordinari».
«Il problema – continua il Presidente Oua - è che lo scambio “elettorale” su cui convengono il Ministro Alfano e alcuni avvocati, cioè la presenza obbligatoria del legale e la cabina di regia (con la ciliegina sulla torta di un coinvolgimento nello smaltimento dell’arretrato, adottando ricette sbagliate e controproducenti) non tiene conto delle ragioni prioritarie della nostra battaglia, cioè la difesa dei diritti dei cittadini contro un sistema che non esiste in nessun paese Europeo. Ma si fa anche tabula rasa delle conseguenze giudiziarie e politiche delle nostre iniziative: il rinvio alla Corte Costituzionale e la presentazione bipartisan di due ddl al Senato che raccolgono, appunto, le proposte unanimi del Congresso Nazionale Forense, delle tre giornate di astensione e delle manifestazioni nazionali di Roma».
«A chi si accontenta di un “accordicchio” e a chi lo contesta  – aggiunge - noi rispondiamo con proposte: eliminazione dell’obbligatorietà, accesso aperto alla giustizia per i cittadini, inserendo il meccanismo di mediazione all’interno del processo, come avviene nel resto del mondo e ricorrendo anche ai giudici di pace (per le cause di valore inferiore), garantire l’indipendenza e l’eliminazione di ogni conflitto di interessi per le Camere di Conciliazione, effettiva qualità nella formazione dei mediatori, risolvere il nodo della competenza territoriale e dei costi. E, quindi, prevedere, anche, la presenza necessaria dell’avvocato».
«L’Oua – conclude de Tilla –, i 150 Ordini forensi, le Associazioni Forensi che hanno portato avanti le lotte di questi mesi e che da più di un anno avanzano proposte al Ministro Alfano, non si tirano indietro e invitano a partecipare alla giornata di astensione dalle udienze e alla manifestazione pubblica nazionale che si terrà il 23 giugno prossimo a Napoli (alla Sala Arengario del nuovo Palazzo di Giustizia)».

(Da oua.it del 13.5.2011)