lunedì 30 maggio 2011

Cnf: dilazioni debito senza garanzie per eliminare disparità tra contribuenti

Riscossione meno vessatoria con dilazioni di debito più eque. 
Lo chiede il Consiglio nazionale forense che, nella seduta amministrativa del 27 maggio, ha approvato un documento, proposto dalla commissione tributaria coordinata da Antonio Damascelli, che è stato inviato al ministero dell'Economia e all'Agenzia delle entrate. 
Nello specifico, la richiesta è quella di eliminare l'obbligo di garanzia (fideiussione bancaria o polizza assicurativa) che il contribuente deve offrire all'Amministrazione finanziaria nel chiedere la dilazione di pagamento di un debito conseguente alla conclusione di accordo consensuale come adesione e conciliazione giudiziale. 
Questo con l'obiettivo di equiparare il trattamento a quello conseguente alla dilazione di pagamento derivante da ruolo (cartella esattoriale). In quest'ultimo caso, le norme (dpr 602/73) non solo prevedono una ampia rateizzazione (72 rate mensili) ma non richiedono alcuna garanzia qualunque sia l'ammontare del debito. 
Non così, irragionevolmente, sottolinea il documento del Cnf, per i debiti da adesione o conciliazione, per i quali le norme (decreto legislativo 218/97 e decreto legislativo 546/92) consentono una rateizzazione di durata inferiore e, soprattutto, impongono una garanzia con fideiussione bancaria o polizza assicurava per i debiti superiori a 50mila euro.  
"Questa previsione è irragionevole - si legge nel documento del Cnf - e costituisce di fatto un'evidente contraddittorietà di comportamento nonché un illogico contrasto con le esigenze che attraverso la soppressione dell'obbligo originariamente previsto per la dilazione dei ruoli, aveva portato a risolvere le criticità del sistema a danno delle aziende e delle persone fisiche. L'estrema difficoltà e, nella quasi totalità dei casi, l'impossibilità  materiale di ottenere le garanzie richieste dalla legge, aveva infatti indotto l'Amministrazione ad andare incontro alle richieste dei contribuenti". 
Senza contare, aggiunge il Cnf, che "le criticità sopraccennate si riverberano negativamente selle concrete possibilità di rendere efficaci gli accordi consensuali di definizione del tributo” mentre con l'intervento normativo suggerito l'Agenzia delle entrate realizzerebbe con sicurezza l'incasso di somme dovute o definite.

(Da Mondoprofessionisti del 30.5.2011)