lunedì 17 giugno 2013

ANAI: IL GOVERNO DEL “FARE MALE”

SI RIPRISTINA LA MEDIACONCILIAZIONE OBBLIGATORIA
INCOSTITUZIONALE E VESSATORIA PER I CITTADINI

Ben sapevamo che poteri economici forti e agenzie di intermediazione avrebbero nuovamente fatto pressioni sul Governo per introdurre la mediaconciliazione obbligatoria che è stata dichiarata incostituzionale.
Mille camere di conciliazione private (autorizzate con il silenzio-assenso) con forti investimenti (quasi un miliardo di euro) hanno spinto il Governo a rinnovare un tentativo che era già clamorosamente fallito.
Con l’aggiunta di una bugia colossale: un milione di processi in meno.
Falsità che i nuovi “Pinocchi” della politica buttano in pasto ad un’opinione pubblica ignara che fino ad oggi si fidava, ma che oggi  non si fida più.
Altro che “decreto del fare”. Si tratta di un provvedimento del “fare male”. Anzi un provvedimento che picchia sui cittadini e sulla giustizia. Con la mistificazione di chi non intende razionalizzare le risorse ed impiegare più fondi nella produttività della giustizia. Il cittadino ha diritto di andare subito davanti al giudice. E se non intende conciliare non può essere costretto ad intraprendere un tentativo coercitivo, in una fase dove non ci sono garanzie di qualità e di terzietà, assumendo costi che non intende assumere.
In precedenza, più del 70 per cento dei cittadini non sono comparsi in sede di mediaconciliazione obbligatoria e solo un quarto della restante percentuale ha conciliato (non più di alcune migliaia di procedimenti, il più delle volte di basso valore, che ben si potevano conciliare davanti al giudice di pace).
Che significato ha portare davanti ad un mediatore non specializzato controversie sui diritti reali, sulle successioni, sulle divisioni, sulla responsabilità medica, sulla diffamazione a mezzo stampa, che le parti non intendono conciliare avendo già fatto molteplici tentativi diretti o attraverso gli avvocati?
Perché tanta insistenza e tanta frenesia per una mediaconciliazione obbligatoria che non ha precedenti in Europa e che è incostituzionale per le molteplici ragioni che hanno formato oggetto di ben dodici ordinanze di rimessione alla Corte Costituzionale che non sono state esaminate per il pregiudiziale “eccesso di delega” e che saranno rinnovate con altrettante motivazioni che porteranno probabilmente ad una nuova declaratoria di incostituzionalità di un istituto che è fallimentare e che non contribuisce allo smaltimento dei carichi giudiziari?
Altre ipotesi accettabili sono la mediaconciliazione volontaria e quella endoprocessuale molto praticate negli altri Paesi europei.

   Maurizio de Tilla
(Presidente A.N.A.I.)

(Dal sito ANAI del 17.6.2013)