martedì 4 dicembre 2012

Nessuna apertura su mediaconciliazione obbligatoria

Oua: trovare valide alternative basate
sulla volontarietà, la qualità e la gratuità

Il Presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura, Maurizio de Tilla, sottolinea la netta contrarietà della classe forense su possibili reintroduzioni dell’obbligatorietà della media-conciliazione, ricorda che è necessario attendere le motivazioni che hanno portato alla bocciatura della Consulta e si mostra, ma su altre basi, pronto a dialogare con il ministro Severino per implementare forme di mediazione basate sulla volontarietà, la qualità e la gratuità. «L’avvocatura in modo unanime – attacca de Tilla – è contraria all’obbligatorietà della mediazione. Aperture, inciuci, compromessi al ribasso, in questo momento, senza neppure conoscere il dispositivo della Consulta che ha bocciato questo meccanismo fallimentare e anomalo nel panorama europeo, sarebbe un colpo di mano e un errore. La mediazione è illegittima non solo per eccesso di delega, ma anche ma anche per l'onerosità della stessa, per la mancanza di indipendenza delle camere di conciliazione private, per l’inidoneità di gran parte dei mediatori, per la speculazione che si è scatenata nel settore, per gli ostacoli all'accesso libero del cittadino alla giustizia, per le gravi ripercussioni sul giudizio successivo, anche considerato che nel 90% dei casi la parte non compare o la conciliazione ha insuccesso. Il combinato disposto tra l’obbligatorietà e i costi eccessivi di questo sistema, è bene ricordarlo a chi ha poca memoria, è stato evidenziato anche in un parere della Commissione Europea. E, infatti, siamo in attesa di un pronunciamento della Corte di Giustizia». Nel contempo, l’Oua attacca duramente la decisione del Consiglio di Stato che include le casse private dei professionisti negli elenchi dell’Istat delle amministrazioni pubbliche: «È grave ed inaccettabile che si rimettano nel calderone della spending review le casse private, introducendole nell’elenco Istat: è un’ulteriore ingerenza che limita l’autonomia degli enti previdenziali dei professionisti che sono stati privatizzati e che non possono rientrare surrettiziamente nell’alveo degli organismi pubblici. Ci opporremo in tutti modi a questo tentativo di “scippo”». Infine de Tilla ritorna sulla questione giustizia e si rivolge al Governo e al Parlamento: «Il ministro Severino – conclude – apra, nuovamente, un confronto sulla riduzione del contenzioso e sull'implementazione di forme stragiudiziali di risoluzione delle controversie (di qualità, gratuite e volontarie), ma anche sullo smaltimento dell’arretrato, nonché sulla necessità di una politica che comprenda provvedimenti per un migliore funzionamento della macchina giudiziaria e per la riduzione della durata dei processi».

Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti del 3.12.2012)