lunedì 24 gennaio 2011

De Tilla (Oua): “La crisi economica colpisce l’avvocatura”

"La crisi economica investe l'intera categoria forense e, segnatamente, i giovani e le donne". È quanto osserva il presidente dell'Oua, l'organismo unitario dell'avvocatura, Maurizio de Tilla, a conclusione dell’assemblea nazionale dei delegati dell’organismo di rappresentanza politica dell’avvocatura, tenutasi a Roma, lo scorso fine settimana nel corso della quale ha rilanciato le conclusione delle mozioni approvate a larghissima maggioranza dal Congresso Nazionale Forense di Genova sulle difficoltà della professione, in seguito alla crisi economica e sull’assenza di interventi a sostegno da parte del Governo e del Parlamento. De Tilla ha denunciato quanto l’avvocatura sia oggi gravemente mortificata da politiche inadeguate alle effettive esigenze della collettività e da una congiuntura economica che colpisce tutte le categorie professionali. «La crisi economica – spiega - investe l’intera categoria forense e, segnatamente, i giovani e le donne. Cinque sono i punti più rilevanti che denunciamo: 1) l’inesistenza di forme di sostegno economico nell’avvio della vita professionale. Mancano incentivi per l’innalzamento delle qualità delle prestazioni tecniche e della formazione deontologica, anche a causa della mancata previsione normativa di agevolazioni finanziarie per le donne ed i giovani avvocati. Inadeguati gli studi di settore, i quali, oltre a non tener conto dell’attuale congiuntura economica che investe tutto il mondo professionale, tralasciano le obiettive maggiori difficoltà di donne e giovani; 2) la inadeguatezza dei modelli associativi attuali, caratterizzati da un insoddisfacente regime della responsabilità, nonché dalla disincentivazione fiscale e dall’assenza di ogni politica di sostegno dello start up; 3) la mancanza di meccanismi di orientamento delle professionalità femminili e giovanili verso settori di specializzazione atti a soddisfare le esigenze del mercato, tenuto conto altresì delle singole aree geografiche; 4) la mancanza di una specifica regolamentazione della figura professionale di molte donne e molti giovani, i quali spesso all’interno degli studi legali ricoprono ruoli subalterni e pressoché impiegatizi. È urgente approfondire questo nodo con un conseguente intervento normativo volto a disciplinare la materia, individuando eventualmente nuove forme professionali, escludendo fermamente ogni tipologia di rapporto di lavoro privato subordinato, compatibile con l’iscrizione nell’Albo professionale; 5) la scarsa rappresentanza delle componenti femminili e giovanili all’interno dell’Avvocatura, soprattutto in relazione alle sedi istituzioni. Tale vulnus si riscontra sovente, anche in presenza di forte suffragio da parte delle Assemblee elettorali in favore di donne e giovani, con ciò scompensando la democraticità in sede decisionale, che potrà essere raggiunta solo attraverso la equilibrata compresenza dei due generi in ogni settore. Su questa premessa – ha continuato il presidente Oua - il Congresso Nazionale Forense ha invitato l’Organismo Unitario dell’Avvocatura e il Consiglio Nazionale Forense a chiedere con fermezza alla Politica: I) di approntare interventi normativi diretti a programmare il numero degli iscritti nelle Facoltà di Giurisprudenza, commisurato alle effettive esigenze del mercato e alle reali possibilità di occupazione; II) di predisporre, in sinergia con l’Avvocatura, ed in sintonia con i principi di chiarezza e trasparenza una normativa atta a regolamentare i rapporti di lavoro di fatto oggi esistenti negli studi professionali, che in maggior misura coinvolgono donne e giovani; III) di attivare politiche economiche di sostegno all’avvio dell’attività professionale anche attraverso agevolazioni fiscali e finanziarie. A ciò si aggiunga la promozione di protocolli di intesa con il CSM, diretti a regolamentare secondo principi di chiarezza, trasparenza ed effettiva rotazione, l’affidamento degli incarichi professionali nell’ambito dei tribunali (fallimenti, ausiliari dei giudici, etc.), cosicché siano officiati parimenti giovani e donne con idonee competenze. Rimaniamo in attesa di un riscontro – conclude de Tilla - auspichiamo l’apertura di un tavolo di confronto: non è possibile che Governo e Parlamento, che maggioranza e opposizione, rimangano inerti di fronte alle difficoltà di un settore che rappresenta un pezzo importante del Pil di questo Paese, che crea occupazione e che viene duramente colpito nelle fasce più deboli: giovani e donne».

(Da Mondoprofessionisti del 24.1.2011)