giovedì 28 luglio 2011

La linea del CNF confina l’Avvocatura nell’angolo

di Ester Perifano (Segretario Generale ANF)

Continuare a chiedere l'approvazione di una riforma dell'ordinamento lontana anni luce dalle posizioni anche della maggioranza di governo ha un che di autolesionistico. 
Chiedere di portare a compimento qualunque  riforma, purché abbia il marchio di questo Cnf, significa accettare consapevolmente di farsi del male da soli. 
La riunione di oggi (ieri, NdAGANews) ha espresso una linea politica debole, tutta giocata di rimessa, che confina ancora di più l'avvocatura nell'angolo a cui è stata costretta dai poteri forti dell'economia e della politica stessa. Ostinarsi su scelte che risalgono ad anni fa, quando la situazione economica e politica era ben diversa da quella attuale, è la dimostrazione di  una strategia di corto respiro, mentre occorre prendere atto che intorno a noi tutto è cambiato,  e che anche l'avvocatura necessita di una vera modernizzazione. 
È senza dubbio  più utile portare a casa poche norme, quelle che occorrono  per risolvere i problemi più urgenti, e rinunciare ad una legge ‘monstre’, del resto impresentabile in sede europea. 
Occorre focalizzare l’attenzione e l’impegno sull’accesso alla professione, il tirocinio, la riforma degli Ordini, il disciplinare, le specializzazioni, le forme di organizzazione del lavoro e gli  avvocati dipendenti degli studi legali: un pacchetto di regole leggere, al passo con i tempi, che spuntino le armi di coloro che vogliono strumentalmente far passare gli avvocati italiani per una corporazione.

(Da Mondoprofessionisti del 27.7.2011)