venerdì 22 luglio 2011

25-26 Novembre VII conferenza nazionale Avvocatura

Si dibatterà di riforma, ordinamento forense e libere professioni

Due anni dopo il trionfo dell’Hilton, quando il 20 e il 21 novembre del  2009, chiamati a raccolta dall’Oua, più di duemila avvocati invasero l’albergo romano per partecipare alla VI conferenza nazionale dell’avvocatura, l'Organismo unitario dell'Avvocatura ha indetto la Conferenza nazionale dell'Avvocatura che si terrà a Roma il 25 e 26 novembre prossimi.
Nel 2009 il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, fu accolto con un lungo applauso quando conquisto la platea asserendo che” con la riforma della giustizia vogliamo far sì che l'avvocato italiano abbia pari rango rispetto ai magistrati italiani”.
Situazione ben diversa da quella presentatasi a Genova lo scorso anno quando il Guardasigilli fu accolto da bordate di fischi e da cartellini rossi sventolati da avvocati imbestialiti. Nell'assise del prossimo novembre, Alfano non sarà più ministro. E gli Avvocati si confronteranno ancora una volta con la politica e con il suo successore su temi della Giustizia e della professione forense. 
“È di grande attualità l'istanza generale di rigenerazione della politica, un passaggio utile per il bene comune e per la tutela dei diritti dei cittadini – sottolinea a Mp  Maurizio de Tilla, presidente Oua - tutti i politici dichiarano di voler essere presenti nel 'partito degli onesti'. Noi li chiamiamo a dimostrarlo con i fatti. Il mondo delle libere professioni trarrà grande vantaggio da interlocutori politici trasparenti che finiranno per apprezzare il lavoro intellettuale degli oltre due milioni di professionisti italiani. Un settore produttivo importante per il Paese ma che non è equiparabile a quello delle imprese. Partendo da questa convinzione vogliamo ancora una volta sottolineare la nostra assoluta contrariata alle liberalizzazioni selvagge - continua il presidente dell'Oua - L'avvocatura chiede alle altre professioni inequivoche prese di posizione in tal senso. Dal suo canto Confindustria deve prendere atto delle richieste dell'Avvocatura che già soffre per il numero elevato degli iscritti (230.000) e rivendica giustamente la sua funzione costituzionale di difesa dei diritti dei cittadini, ripetutamente riconosciuta dall'Europa. Chiamiamo tutti a un dialogo aperto e senza pregiudizi”.

Luigi Berliri (da Mondoprofessionisti del 22.7.2011)