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REVIEW, L’OUA PARTECIPA ALLA MANIFESTAZIONE DEI SINDACI A ROMA CONTRO I TAGLI: LA CHIUSURA DI 1000
UFFICI GIUDIZIARI CON CRITERI SBAGLIATI, GRAVISSIMI ERRORI DI GEOGRAFIA
DISTORCENDO LA REALTÀ DEL
PAESE, METTE IN GINOCCHIO LA GIUSTIZIA ITALIANA. SERVONO VERE RIFORME E
MODERNIZZAZIONE
MAURIZIO
DE TILLA, PRESIDENTE OUA: “DOPO LA FINANZA CREATIVA,
ECCO LA GEOGRAFIA
CREATIVA. IL CASO CALABRIA: NELLA RELAZIONE DEL MINISTERO DI
GIUSTIZIA PER GIUSTIFICARE LA
CHIUSURA DI DIVERSI UFFICI GIUDIZIARI, LA COLLOCAZIONE DELLE
CITTÀ VIENE SPOSTATA DI DIVERSI KILOMETRI, SPARISCONO CASUALMENTE ALCUNE STRADE
PRINCIPALI E DIVERSE LINEE DI AUTOBUS. UN PASTICCIO O LA NECESSITÀ DI PIEGARE LA REALTÀ ALLE NECESSITÀ
MINISTERIALI. E ORA CON L’ELIMINAZIONE DELLE PROVINCE SI DOVRÀ TAGLIARE
ULTERIORMENTE? IN COMMISSIONE GIUSTIZIA ALLA CAMERA DEI DEPUTATI IN AUDIZIONE
CHIEDEREMO CAMBI RADICALI AL PROVVEDIMENTO”
Una
delegazione dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura Italiana, la rappresentanza
politica degli avvocati italiani, guidata dal Presidente Maurizio de Tilla e
presenti i componenti Oua Roberto Pozzobon, Paolo Maldari, Michele Riggi,
Filippo Marciante, Mauro Minci, Gaetano Amoroso, è presente oggi (ieri, NdAGANews) in piazza, dinanzi al
Senato, alla manifestazione dei sindaci contro la spending review.
L’Oua
ha diffuso un documento in cui si denunciano alcuni gravi errori contenuti
nella relazione ministeriale che accompagna il provvedimento di revisione della
geografia giudiziaria. E nel primo pomeriggio in Commissione Giustizia della
Camera su questo tema saranno presentate le proposte dell’avvocatura. A seguire
convocazione straordinaria del “Patto per la giustizia e i cittadini”, firmato
dall’Oua, l’Anm e con i sindacati confederali del settore e le associazioni dei
giudici di pace.
Il
presidente dell’Oua, a margine della protesta, ha dichiarato: «Questa è l’Italia sana, che conosce i
problemi del territorio e che risponde direttamente alle esigenze dei cittadini
e delle imprese. Non è l’Italia dei particolarismi, come si dice con troppa
superficialità. Oggi in questa manifestazione partecipano migliaia di persone,
a prescindere dalla collocazione politica e dalle appartenenze partitiche. La
spending review, cioè l’ennesima manovra aggiuntiva fatta di soli tagli, sta
affossando il ceto medio e produttivo di questo Paese e sta rottamando pezzi
importanti del nostro welfare e dei diritti acquisiti dagli italiani: la
giustizia è uno di questi. Questa revisione della geografia giudiziaria è la
conseguenza di questa filosofia ed è solo un enorme “pasticcio all’italiana”».
«Ma facciamo alcuni esempi
-sottolinea de Tilla- che senso ha istituire a Napoli un secondo
Tribunale (Napoli Nord) senza alcun preventivo esame dell’esistenza di
strutture giudiziarie necessarie ad assorbire magistrati, personale e carichi
di lavoro. Che senso ha poi l’istituzione di un nuovo Tribunale metropolitano
senza Procura della Repubblica. Che senso ha, infine, la soppressione nel
territorio del Tribunale di Napoli di tutte le Sezioni distaccate (quasi tutte
ben funzionanti) e di quasi tutti i giudici di pace non circondariali. Sono
noti al Ministero i dati numerici del circondario del Tribunale di Napoli? Come
si fanno ad abolire tribunali per i quali sono state realizzate nuove sedi con
l’esborso complessivo di oltre 60 miliardi di Euro (Castrovillari, Chiavari,
Bassano del Grappa). Si tratta di incalcolabili sprechi e dissennate spese! Per
i quali sembra necessario l’intervento della Corte dei Conti. Senza alcuna
motivazione, se non la fretta di operare cambiamenti scriteriati e di scarsa
valenza logica, si è stabilita la soppressione di sezioni distaccate che mutano
tribunale di appartenenza (Rho, Legnano, Cassano d’Adda, Legnago, Este,
Palmanova, Portogruaro, Sapri, Chivasso, Ciriè, Cava dei Tirreni, Mercato San
Severino, Bagheria). Altre quattro sezioni distaccate vengono aggregate al
nuovo Tribunale di Napoli Nord (Afragola, Casoria, Frattamaggiore, Marano di
Napoli) che non sarà mai operante. Il tutto in un contesto irrazionale e di
scarso rigore organizzativo. Si è così in presenza di distretti che accorpano
più Regioni, e di Regioni ove vi sono 2, 3 o 4 distretti di Corte di Appello
che interessano bacini di utenze inferiori alle sedi che si intendono
sopprimere. Di fronte alla probabile scomparsa od accorpamento di ben 64
Province, si ribadisce il mantenimento dei tribunali su scala provinciale
(Sic!). Non è invece il caso di soprassedere dalla cancellazione dei mille
uffici giudiziari formulando ipotesi più ragionevoli e confluenti e di lasciar
cadere la soppressione dei tribunali minori e di almeno la metà delle sedi
distaccate e degli uffici dei giudici di pace? Tanto più che non si è in
presenza di alcun studio serio di fattibilità in relazione alle sedi
accorpanti. Da una nostra indagine emerge, invece, che gran parte dei tribunali
accorpanti è priva di uffici e di strutture idonee ad assorbire le sedi
distaccate soppresse».
«Lo schema di decreto legislativo
–aggiunge il presidente Oua- deve essere
bloccato (con il parere decisamente negativo delle Commissioni Giustizia del
Senato e della Camera). Occorre riprendere il discorso con maggiore serietà e
rigore ricercando soluzioni alternative per una revisione della geografia
giudiziaria adeguata alle esigenze del territorio e ai principi indeclinabili
della “giustizia di prossimità” e di obiettive esigenze infrastrutturali e di
lotta alla criminalità organizzata. La distribuzione degli uffici giudiziari è
di fondamentale importanza nel rapporto giustizia, territorio, cittadino».
«Dopo la finanza creativa –conclude,
caustico, de Tilla- ecco la geografia
creativa, e quindi, il caso Calabria: nella relazione del ministero di giustizia
per giustificare la chiusura di diversi uffici giudiziari, la collocazione
delle città viene spostata di diversi chilometri, spariscono casualmente alcune
strade principali e diverse linee di autobus. Un pasticcio? O la necessità di
piegare la realtà alle necessità ministeriali, addirittura cambiando la
geografia del Paese. Se fossero degli errori, invece, di un governo di tecnici
avremmo un Esecutivo da “rimandare a settembre”, se non da bocciare per
ignoranza o per “aver truccato le carte”. Per tutte queste ragioni chiediamo
una forte presa di posizione di tutto il mondo della giustizia, a partire dai
magistrati, e, quindi, anche dell’Anm, nonché dei sindacati confederali, già
oggi pomeriggio nella riunione del “Patto per la giustizia e i cittadini”. Infine,
a settembre, sarà di nuovo sciopero degli avvocati».
Comunicato Stampa OUA
del 24.7.2012