Il Segretario ANF Ester Perifano
Dall'Anf appello all'Antitrust contro
il provvedimento di via Arenula
La
riforma delle professioni introdurrebbe modifiche distorsive della concorrenza:
lo sostiene l'Associazione nazionale forense, il cui segretario, Ester
Perifano, incontra il presidente dell'Autorità garante della concorrenza e del
mercato, Giovanni Pitruzzella.
"Il
ministro della Giustizia - dice Perifano - modifichi il Decreto sulla riforma
delle professioni, rispettando effettivamente la ratio dell'articolo 3 del
decreto Salva Italia, e l'Antitrust faccia uso dei suoi incisivi poteri che gli
consentono di esprimere un formale e autorevole parere sugli atti
amministrativi che determinano distorsioni della concorrenza. E si eviti di
continuare con questa abnorme confusione tra decreti e disegni di legge sul
tema della riforma delle professioni".
La
parola al Parlamento - Secondo l'Anf sarebbe più opportuno che la riforma
forense fosse prerogativa unicamente del Parlamento, "ma, vista la
situazione - si legge in un documento dell'Anf - diventa a questo punto di
fondamentale importanza che il Dpr eviti quei pasticci che sembrano purtroppo
profilarsi".
Argini
precisi - Secondo l'Anf ci sono precisi argini entro cui il decreto di riforma
deve muoversi "e vanno corretti diversi aspetti - precisa il segretario -
per rispettare integralmente la ratio della legge delega, che è quella di
favorire lo sviluppo delle attività professionali e non introdurre ostacoli
che, invece, le frenerebbero". A giudizio dell'Anf, per esempio,
"imporre scuole forensi obbligatorie e costose durante il tirocinio, si
concretizza in un ostacolo obbiettivo per l'ingresso delle giovani generazioni;
analogamente una formazione continua permanente, non effettiva e non efficace
rappresenta un ingiustificato appesantimento, anche economico, dell'esercizio
professionale". Altro nodo da sciogliere è quello relativo alla riforma
del procedimento disciplinare.
Procedimento
disciplinare - "Una materia - dice Perifano - che è tutta da rifare: non
è, infatti, ipotizzabile, tra la altre cose, un sistema che attui il principio
della terzietà dell'organo disciplinare solo per alcune delle professioni
regolamentate, ad esempio i dottori commercialisti, lasciando che altre
categorie (come avvocati, architetti ed ingegneri) rimangano ferme agli anni
'30". L'Anf invoca quindi l'intervento dell'Antitrust che "grazie ai
nuovi e più incisivi poteri dei quali recenti normative l'hanno dotata -
conclude Perifano - , dovrà formalmente intervenire: non è solo l'abrogazione
delle tariffe, tema assai caro all'Autorità, che dovrebbe far decollare, ne
dubitiamo, le attività professionali, ma invece occorre ben altro. L'autorità
lo sa bene e, dunque, faccia la sua parte".
(Da Mondoprofessionisti
del 30.7.2012)