Approvato il nuovo regolamento dei
contributi di cassa forense: maggiore flessibilità in entrata per tutelare i
professionisti in difficoltà e garantire la sostenibilità del sistema
Contribuzione
minima dimezzata con possibilità di integrare i propri versamenti nell’arco dei
primi otto anni di iscrizione alla
Cassa, retrodatazione sino a tre anni per chi si iscrive oggi all’Ente di
previdenza, nessun limite di età per beneficiare di quanto previsto dalle nuove
norme. Sono questi i punti salienti del Regolamento dei Contributi che
disciplinerà l'ingresso di 50 mila legali nella Cassa forense così come
previsto dalla legge professionale, un testo deliberato venerdì sera dal
Comitato dei Delegati dell'Ente di previdenza e che ora sarà trasmesso ai
Ministeri Vigilanti per la necessaria approvazione. “Siamo soddisfatti di aver approvato il
regolamento entro i termini previsti dalla legge e rispettando le aspettative
di migliaia di avvocati che ci chiedevano con urgenza risposte concrete – commenta il presidente dell’Ente
previdenziale degli avvocati, Nunzio Luciano – il testo votato la settimana
scorsa dal Comitato non è frutto esclusivamente del lavoro dei delegati della
Cassa, ma nasce da mesi di confronto con le istituzioni e le associazioni forensi”. Nel dettaglio, il nuovo regolamento prevede
la possibilità di contributi minimi dimezzati, circa 700 euro all’anno nei
primi 8 anni, per gli avvocati che da oggi la legge obbliga all'iscrizione alla
Cassa. A fronte del dimezzamento della contribuzione annuale, verranno
riconosciuti solo sei mesi di anzianità contributiva ai fini previdenziali, ciò
per garantire la sostenibilità finanziaria del sistema. Al contrario di quanto
avviene per l’Inps, però, la
Cassa offre al professionista la possibilità di integrare
quanto versato sino agli otto anni successivi all’iscrizione. Cosa ancora più
importante, le nuove norme si applicano a tutti gli avvocati senza limiti
d’età, perché “è ormai evidente che la crisi dell’Avvocatura è intergenerazionale
e colpisce i giovani come gli ultra-quarantenni”, precisa Luciano. “Non potevamo permettere che il nuovo
regolamento fosse una scure per espellere dalla professione migliaia di
avvocati – prosegue il Presidente della Cassa forense – grazie alla
flessibilità che lo contraddistingue, il regolamento offre ai professionisti in
difficoltà una speranza per il presente e per il futuro. Ciò vale sia per i 50
mila che la nuova legge forense obbliga all’iscrizione alla Cassa sia per i 37
mila legali già iscritti ma che oggi non hanno redditi sufficienti per
assolvere agli obblighi previdenziali”. “Ci siamo impegnati affinché quanto
richiesto dalla nuova legge professionale - conclude Luciano - diventasse
realtà: aspettando il parere dei Ministeri competenti, possiamo dire che gli
avvocati godono oggi di un’unica cittadinanza previdenziale, il che garantisce
stessi diritti e doveri a tutti i professionisti, senza alcuna discriminazione
legata al reddito”. Soddisfazione da parte del’Oua. Per Nicola Marino,
presidente dell’Organismo Unitario dell’Avvocatura i nuovi regolamenti
approvati per la contribuzione previdenziale, lo scorso fine settimana dal
Consiglio di Amministrazione, con l’impegno dei delegati della Cassa Forense e
la partecipazione attiva delle componenti istituzionali, politiche e
associative, sono, comunque, «la fine di un periodo di incertezza». «Si è
giunti al momento delle decisioni - sottolinea Marino - è un passo in avanti
per la categoria. Pur dovendo fare nei prossimi giorni una valutazione più
approfondita sul testo definitivo, al momento riconosciamo all’ente
previdenziale – aggiunge il presidente Oua – uno sforzo nella direzione
dell’equità. La Cassa
Forense, lo ricordiamo, ha avviato un confronto con le
componenti politiche, istituzionali e associative e molte preoccupazioni della
categoria, anche se non tutte, hanno trovato risposte concrete. L’Oua –
conclude – raccoglierà e si farà portavoce delle ulteriori richieste
dell’avvocatura, in un momento di grande difficoltà economica e di forte
incertezza per il futuro. E, se necessario, siamo certi che l’Ente, con in
testa il presidente Luciano, avvierà i necessari, ed eventuali, aggiustamenti
di tiro. La Cassa
Forense deve essere sempre di più la Casa di tutti gli avvocati».
Delusa Ester Perifano, segretario generale dell’Associazione Nazionale Forense.
“Se quanto anticipato dalla stampa fosse confermato – dice - il nuovo
regolamento varato da Cassa Forense sarebbe preoccupante e deludente. Di fatto,
introduce considerevoli disparità di trattamento tra avvocati che hanno il
medesimo percorso professionale, premiando chi, sinora è rimasto fuori
dall'ente e punendo chi, anche a costo di grandi sacrifici, è entrato ed è
rimasto. Sembrerebbe – aggiunge Perifano -
non esservi alcuna considerazione per i colleghi in difficoltà iscritti
in Cassa da oltre 8 anni, e questo significa, senza dubbio, usare due pesi e
due misure, soprattutto nei confronti di coloro che esercitano questa
professione all’interno delle regole da tempo. Si è scelta la strada delle
agevolazioni 'a pioggia', anziché assumersi la responsabilità di effettuare
scelte precise”.
(Da Mondoprofessionisti
del 3.2.2014)